Moneta made in Busto? L’esempio sardo dice sì

BUSTO ARSIZIO La moneta bustocca compie i suoi primi passi. Piace il modello del Sardex, moneta complementare alla base degli scambi all’interno di un circuito di credito commerciale, esperienza che è stata illustrata ieri a palazzo Gilardoni in un briefing a cui hanno preso parte i rappresentanti del distretto del commercio e gli imprenditori tessili di Newtex.

«Con la moneta complementare si muovono beni senza muovere soldi» ha sintetizzato Franco Contu, nell’illustrare l’esperienza del Sardex, nata nel 2009 e sulla cui scia si stanno già sviluppando analoghi esperimenti, ad esempio in Sicilia.

Il circuito «permette alle aziende di finanziarsi reciprocamente a interessi zero», dato che la banconota alternativa circola esclusivamente tra gli aderenti, in una sorta di “baratto” regolarizzato, e non genera interessi finanziari, quindi chi la possiede è incentivato a spenderla e a farla circolare continuamente.

Un’opportunità, prevista dalle normative europee, per incentivare gli scambi tra produttori e distributori all’interno di un determinato territorio senza passare attraverso il credito bancario e offrendo un’alternativa alla sempre più preoccupante crisi di liquidità circolante.

Esce dall’incontro con «un’impressione molto positiva» il sindaco Gigi Farioli, che punta su questo progetto strategico. «Sardex è un’esperienza seria, concreta e operativa – spiega – può offrire grandi opportunità sia per il rilancio dell’economia territoriale che per gli aspetti etici e solidali. È la classica manovra anticiclica di cui c’è bisogno per far ripartire il circuito virtuoso della crescita».

e.romano

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