Milano, 9 set. (TMNews) – “Indipendentemente dal ruolo di Silvio Berlusconi all’indagato non mancano le possibilità per darsi alla fuga”. E’ questa una parte delle motivazioni con cui i giudici del tribunale delle libertà hanno rigettato la richiesta di scarcerazione di Lele Mora, il talent scout detenuto nel carcere di Opera dal 20 giugno scorso con l’accusa di bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento di L.M. Management. Nel riesame i
magistrati sottolineano come sussistente il pericolo di fuga, in quanto Mora è residente in Svizzera, e in Svizzera ha una “buona rete di relazioni”. Nel paese elvetico ha avuto inoltre conti correnti. Vi è inoltre pericolo di inquinamento probatorio, sussiste un’importante “difformità” tra la versione di Mora e quella di Fede circa le somme versate dal primo al secondo in relazione al quale viene sottolineata la necessità di svolgere approfondimenti.
I giudici ritengono inoltre che non vi sia dal punto di vista delle condizioni fisiche, una incompatibilità con il regime carcerario. Nel documento inoltre viene sottolineato in sostanza che nonostante la carcerazione l’indagato mantiene una fitta rete di relazioni. E’ citata in particolare un’occasione in cui Mora avrebbe chiesto ad un’altra persona una somma di denaro (circa 3.000 euro), attraverso cui pagare delle ‘robette’.
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