Morti Covid, il controverso tema dei numeri e il caso delle infezioni batteriche in ospedale

Report rivela gli interessanti dati di uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità. Intanto in Cina i pazienti con malattie preesistenti non vengono conteggiati come decessi legati al coronavirus

MILANO – Il tema dei numeri dei decessi legati al Covid-19 è da tempo una questione dibattuta. Consueta è diventata la disputa tra morti “di Covid” e morti “con Covid”. Un problema che la tanto discussa Cina affronta con un metodo suo.

Nel suo bilancio ufficiale delle vittime legate al virus la Cina conta soltanto i decessi per polmonite o insufficienza respiratoria. Lo riferisce Wang Guiqiang, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale n. 1 dell’Università di Pechino. Le morti che si verificano in pazienti con malattie preesistenti non vengono conteggiati come decessi legati al coronavirus. La Cina non ha riportato nuovi decessi Covid-19 oggi e, secondo il conteggio giornaliero pubblicato dalla Commissione nazionale per la salute, ha sottratto dal bilancio complessivo un decesso, abbassandolo a 5.241.

Nelle sue dichiarazioni, Wang ha semplicemente chiarito pubblicamente ciò che la Cina ha fatto per tutta la durata della pandemia. Pechino è sempre stata conservatrice nel conteggiare le malattie, siano esse dovute all’influenza o alla Covid-19. Nella maggior parte dei Paesi, compresi gli Stati Uniti, le linee guida stabiliscono che ogni decesso in cui il coronavirus è un fattore o un contributo viene conteggiato come decesso legato al Covid-19.

Tuttavia, rimanendo in Italia, ci sono altri dubbi in materia, come quello delle infezioni batteriche ad alto tasso di antibiotico resistenza contratte proprio durante la degenza ospedaliera causa Covid. Secondo uno studio della che la trasmissione Report ha ricevuto dall’Istituto Superiore di Sanità il 19% dei pazienti ricoverati aveva tali infezioni, di fatto incurabili. Si è tenuto conto di un campione di 157 pazienti morti tra il 2020 e il 2021 molti dei quali deceduti non per il Covid ma a causa della sepsi che ha mietuto vittime soprattutto tra pazienti intubati e in terapia intensiva. Il quadro che andrebbe a delinearsi sarebbe quello di un 40% di decessi che non avevano nulla a che fare con il coronavirus.

Secondo i dati dell’Iss questi 157 pazienti, con un’età media di 71 anni, 32 (20,4%) avevano precedenti malattie respiratorie, 42 (26,8%) erano malati di diabete, 19 (12,1%) con neoplasia e 26 (16,6%) di collasso renale. Così sarebbero solo 38 i pazienti che non presentavano altre patologie a parte il Covid, cioé il 25% del totale.

Un dato che va ad unirsi ad un altro: il 67,8% delle persone morte essendo positive tra l’inizio della pandemia e gennaio 2022 aveva tre o più malattie concomitanti.

I temi sono dunque due: come conteggiare i decessi (con relativa diversa percezione del fenomeno Covid) e come valutare l’incidenza della infezioni batteriche contratte durante la permanenza in ospedale dei pazienti. Insomma, sull’argomento rimangono ancora tanti interrogativi.