«La musica, dato che è un’arte, non ha funzioni pratiche», scriveva il musicologo Claudio Casini. Ma è proprio questa poca praticità a farsi, alcune volte, geniale.
E Wolfgang Amadeus Mozart fu uno dei grandi compositori che seppero riassumere in sé il divino e l’umano stuzzicando, alla pari, le orecchie dei nobili e della gente comune. A cogliere nel segno di questa equazione – oggi alle 19, al Padiglione sui prati di via Mottarone a Mustonate (la serata, a ingresso libero, vede la collaborazione della Fondazione Giacomo Ascoli Onlus) – sarà l’ensemble Xarabande.
In programma i due quartetti per fortepiano (Luca Oberti), violino (Mauro Massa), viola (Massimo Percivaldi) e violoncello (Nicola Paoli) che Mozart scrisse su commissione dell’editore tedesco Hoffmeister.
Lavori curiosi e all’avanguardia che nascono «in quell’Europa della fine del Settecento – dice Oberti – dove grande era la richiesta di musica da camera destinata a musicisti amatoriali ma di buone capacità tecniche. Fu così che Mozart si mise al lavoro per consegnare tre quartetti, ma dopo il primo l’editore rescisse il contratto, rinunciando all’acconto già pagato, ritenendo il brano di troppo difficile esecuzione. In effetti, per quanto il livello dei musicisti amatoriali fosse molto più alto di quello odierno, si tratta di brani ricchi di difficoltà tecniche, non solo nella parte del pianoforte, in grado di impensierire anche quattro bravi professionisti».
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