Mussolini cittadino onorario Varsese si riscatta in consiglio

Varese “si riscatta” dal voto sulla cittadinanza onoraria a Mussolini. Almeno questo è il messaggio che ha voluto mandare il consiglio comunale, che ha approvato all’unanimità la mozione presentata dall’Anpia, che chiede di vietare le manifestazioni «di stampo neonazista e/o neofascista sia in luoghi pubblici sia in locali privati, ma aperti al pubblico» e «costituirsi parte civile in solidarietà alle vittime in caso di episodi di intimidazione e/o aggressione riconducibili a motivazioni “politiche”, razziste e sessiste».

Il centrodestra ha votato in modo quasi compatto: la Lega all’unanimità, sebbene in molti avessero detto di non condividerla, mentre nel Pdl in tre non hanno partecipato al voto: Giovanni Chiodi, Fabio D’Aula, che l’ha definita «strumentale», e Giacomo Cosentino. Quest’ultimo ha accompagnato l’uscita dall’aula con un emendamento polemico in cui definiva «goliardica e strumentale» la mozione. Ad uscire anche il capogruppo dell’Udc Ennio Imperatore, sempre perché considerava «divisiva» la mozione.

La seduta è stata ad alta tensione. I posti riservati al pubblico erano infatti occupati da numerosi esponenti della Fiamma Tricolore, guidato dalla segretaria provinciale Sabrina Favini e da Gabriele Leccisi, figlio di Domenico Leccisi, l’ex combattente della Repubblica sociale che trafugò la salma di Mussolini riportandola a Predappio.

All’annuncio del risultato del voto, in aula si è scatenato il caos. Agli applausi sinceri degli esponenti dell’Anpi, guidati dal vicepresidente cittadino Angelo Zappoli, si sono uniti quelli ironici dei missini, che hanno poi iniziato ad urlare «buffoni» e «vergogna». Al che Leccisi si è alzato e ha detto urlando «Quest’aula è ammorbata dalla tirannia». I militanti sono stati allontanati da Polizia Locale e Digos, sebbene prima di uscire dal palazzo si siano asserragliati nel davanti all’ingresso, sventolando le bandiere, e urlando ai consiglieri. Qualcuno ha anche chiesto al sindaco di uscire fuori. Insomma, la seduta del consiglio comunale di Varese è diventata un ritrovo per parlare di massimi sistemi.

Per i marò detenuti in India l’aula del consiglio è rimasta semivuota.

La discussione sulla mozione presentata dai pidiellini Piero Galparoli e Giacomo Cosentino ha visto circa la metà dei presenti in consiglio comunale rimanere completamente fuori dal salone estense durante la maggior parte della discussione.

Alla fine è stata comunque approvata, sebbene il Pd abbia chiesto il voto diviso per punti. A dividere è stato infatti il terzo punto, che proponeva di intitolare un luogo a Varese al corpo della San Marco. Il Pd ha votato contro.

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