Mustonate vuol conquistare il Nord

A Varese via libera all’albergo diffuso: è la terza struttura di questo tipo in Lombardia e una rivoluzione. Non soltanto un hotel, ma ospitalità a 360 gradi. Aletti Montano: «Il target? Il business dell’Europa»

– Si rivolge prevalentemente a un turismo originario del Nord Europa l’albero diffuso targato Varese. Si tratta della terza struttura di questo tipo in tutta la Lombardia e ha preso vita nel magico borgo di Mustonate.
Un albergo diffuso è sostanzialmente due cose: un modello di ospitalità originale e un modello di sviluppo turistico del territorio. Un po’ casa e un po’ albergo, per chi non ama i soggiorni in hotel.
«A Mustonate abbiamo sfruttato una legge intelligente di Regione Lombardia – spiega l’artefice della rinascita del Borgo, Francesco Aletti Montano – che dà l’opportunità ai borghi di dare ospitalità ai turisti facendoli sentire a casa propria. Il turista più preparato a questo genere di turismo è quello del Nord Europa in visita da noi per questioni di business magari legate al Salone del Mobile o a Expo. Ma speriamo di intercettare anche gli italiani».

In estrema sintesi si tratta di una proposta concepita per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico di una città o di un paese, potendo contare su tutti i servizi alberghieri, cioè su accoglienza, assistenza, ristorazione, spazi e servizi comuni per gli ospiti, alloggiando in case e camere che distano non oltre 200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso: lo stabile nel quale sono situati la reception, gli ambienti comuni e l’area ristoro.
L’albergo diffuso si rivolge ad una domanda interessata a soggiornare in un contesto urbano di pregio, a vivere a contatto con i residenti, più che con gli altri turisti e ad usufruire di normali servizi alberghieri, come la colazione in camera o il servizio ristorante.
Ma l’albergo diffuso è anche un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale.
Per dare vita a un servizio ristorativo e di accoglienza di questo tipo, infatti, non è necessario costruire niente, dato che ci si limita a recuperare o ristrutturare e a mettere in rete quello che esiste già.
L’albergo diffuso si é rivelato particolarmente adatto per valorizzare borghi e paesi con centri storici di interesse artistico o architettonico, che in tal modo possono recuperare e valorizzare, vecchi edifici chiusi e non utilizzati ed al tempo stesso possono evitare di risolvere i problemi della ricettività turistica con nuove costruzioni.

Inoltre un albergo diffuso funge da “presidio sociale” e anima i centri storici stimolando iniziative e coinvolgendo i produttori locali considerati come componente chiave dell’offerta. Questa tipologia grazie all’autenticità della proposta, alla vicinanza delle strutture che lo compongono, e alla presenza di una comunità di residenti riesce a proporre più che un soggiorno, uno stile di vita.
«È una formula turistica innovativa – continua Aletti – L’obiettivo è quello di condividere il bello e di dare dignità al nostro territorio. Inoltre, sono tante le attività che il nostro territorio può offrire ai futuri turisti».
Attività che si trovano tutte a distanze contenute dal borgo.
«Oltre all’equitazione che il nostro centro può offrire, a pochi passi è possibile trovare il Volo a Vela, i campi da golf, così come si possono fare stupende passeggiate e andare a sentire il verso dei cervi al Parco Campo dei Fiori». A fare da cornice alla nuova formula di ospitalità, un vero e proprio percorso enogastronomico: un viaggio nel gusto delle prelibatezze offerte dal nostro territorio.
Al ristorante Tana d’Orso e all’Osteria delle Scuderie, si possono degustare tutti i prodotti tipici locali acquistabili anche all’Emporio dei Piaceri Campestri, ospitato all’interno dell’antico lavatoio.
Dalle grappe di Angera, al miele varesino, fino ai notissimi asparagi di Cantello, per continuare con i Brutti e Buoni della pasticceria Veniani di Gavirate, la senape Orco ed i confetti Brusa.