Né Whirlpool, né Openjobmetis: la ricerca per il “naming” del palazzetto di Masnago è in corso. E si contempererà con un’altra esigenza: trovare un’azienda (o più aziende) disposta a investire sul nuovo tabellone che arricchirà il Lino Oldrini a partire, verosimilmente, dai primi mesi del prossimo anno.
A pochi giorni dall’inizio ufficiale del cammino agonistico è arrivato il momento di tirare le prime somme di quella che è stata “l’estate parallela” della stanza dei bottoni di piazza Monte Grappa. Mentre infatti prendeva forma la squadra che da martedì prossimo affronterà il campo, al contempo procedeva alecremente anche il lavoro per trovare la copertura finanziaria della stagione, compito oscuro ma se è possibile addirittura più importante di quello sportivo. Un lavoro ancora da completare, ma del quale è già possibile tracciare un primo positivo bilancio.
Fatto di conferme: tutti i top sponsor del 2015/2016 hanno rinnovato il loro impegno a sostenere la Pallacanestro Varese. A cominciare da Openjobmetis, che per il quarto anno consecutivo ha deciso di legarsi alla causa con un contributo economico in linea con quello delle passate annate. Il network di agenzie per il lavoro accompagnerà la formazione di Paolo Moretti sia nel cammino italiano che in quello europeo, sebbene – per quest’ultimo – i dettagli da discutere siano ancora diversi. A sbrogliare la situazione ci “penserà” il turno preliminare di Fiba Champions League della prossima settimana contro il Benfica, decretando se Varese avrà diritto alla massima competizione organizzata sotto l’egida della Federazione Internazionale o dovrà ripiegare sulla Europe Cup: in termini di sponsor cambia, ovviamente, molto, dalla cifra base ai premi.
Con Openjobmetis capitano, anche il resto della “squadra” ha ridetto sì: scriviamo di Teva, Cimberio e Brother (i top sponsor), di Spalding, al secondo anno di contratto come sponsor tecnico, e della maggior parte del gruppo eterogeneo di sostenitori, partners ed erogatori di servizi che portano quasi a 100 il numero di realtà legate ai biancorossi (Consorzio, chiaramente, escluso).
La road map ora impone di affrontare la questione “Tempio”. Con il disimpegno al 30 giugno 2016 di Whirlpool, non soggetto a ripensamenti, e con il mancato coinvolgimento ormai certo – almeno per il 2016 – di Openjobmetis, la caccia è aperta, con la dirigenza che spera di chiudere le trattative aperte in prossimità dell’inizio del campionato. Dare il nome a uno dei santuari del basket italiano costa – su per giù – 100 mila euro all’anno. Ben più ingenti, invece, saranno le spese per la realizzazione e l’installazione del nuovo tabellone che ammodernerà Masnago: qui piazza Monte Grappa cercherà un candidato da fidelizzare per più anni o – al limite – valuterà una soluzione “comunitaria”, che coinvolgerebbe cioè più imprese. Il piatto è comunque ghiotto: l’interessato si accaparrerebbe uno degli spazi più visibili e dunque proficui del “nuovo” Tempio.