Malpensa – Un turbinio di colori. Non c’è bisogno di fermarsi davanti all’abitino sexy esposto tra i profumi: quella maglia fatta solo e soltanto di semplici cerchi dorati, fa presagire tutto il resto. Una sorta di paese delle meraviglie da guardare e, per chi può, comprare.
Persino il nuovo angolo della Lindt, aperto lo scorso 26 giugno, offre un colpo d’occhio incredibile, con sfumature di colore che vanno dal blu al rosso passando per le tonalità intermedie, quasi ci fosse l’arcobaleno nel bel mezzo del Dufry Shop del terminal 1 di Malpensa.
Passati i controlli ai filtri, i passeggeri dell’aeroporto hanno dove perdersi prima di arrivare al proprio gate. E se nell’area extra Schengen, dove ci si imbarca per i voli oltre Unione europea, si può percorrere la “via Montenapoleone” di Malpensa, anche l’area Schengen non offre minori marchi o possibilità di acquisto.
Colpisce la cura e l’ordine della strada dei negozi dell’aerostazione. C’è un finto lastricato da percorrere, “disegnato” sul pavimento, per raggiungere il gate. Soltanto il Dufry free shop nell’area extra Schengen vanta 1.400 metri quadrati di corner e banchi dove poter curiosare. Russi, giapponesi e brasiliani fanno il pieno di cioccolatini ai gusti più disparati, con le varianti più insolite come arancia, caramello o champagne. Poi c’è sempre il cliente che passa accanto alle prelibatezze e ne ruba una, tanto per gradire, sebbene ci sia il vassoio degli assaggi.
Non solo i voli per Miami, Singapore, Hong Kong o Bangkok, giovedì mattina programmati in decollo tra le 11.45 e le 14.05, portano clienti disposti anche a pagare un paio di mocassini 630 euro o a non farsi sfuggire i saldi di Burberry. «Il nostro primo mercato è dato dai cinesi», spiega la commessa di Burberry, «gli italiani entrano, chiedono ma non comprano e i russi gradiscono poco il nostro stile, forse per loro è una moda già
passata». In compenso i cinesi hanno fatto razzia di quasi tutto il negozio.Anche tra gli operatori del settore c’è attesa per l’apertura del terzo satellite al terminal 1 che consentirà un ulteriore incremento del numero dei negozi. I marchi italiani “tirano” sempre e se manca Prada, ci sono Gucci, Armani, Ferragamo, Etrò, Ermenegildo Zegna e Bruno Magli, tanto per citarne alcuni. Quarantotto i brand distribuiti in 67 location; 30 quelli di bar e ristoranti disposti su 38 punti.
I risultati del primo semestre dell’anno danno un andamento del fatturato dei negozi (shop e food) in crescita del 2,07 per cento. Lo scontrino medio è stato del + 8,4 per cento per gli shops e del + 6,2 per cento per i punti di ristoro. Tre le nuove aperture al T1 nei primi sei mesi del 2012, tra aprile e giugno: Montblanc, Swarovski e Hermès che occupa uno spazio di 75 metri quadrati e non ha bisogno di mettere in saldo foulard, cinture, borse e abbigliamento per finire la stragrande maggioranza della merce esposta. Qui la crisi si sente relativamente. A fine agosto, è rimasta una sola borsa sullo scaffale.
Alessandra Pedroni
p.rossetti
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