Nel testamento del vigile-Rambo il mito di Breivik

Una lettera scritta al computer nella quale il Rambo di Cardano, detto “Peg”, cita Anders Behring Breivik, il terrorista norvegese che il 22 luglio del 2011 provocò la morte di 77 persone, dà sfogo a tutta la sua rabbia e stila un elenco dei suoi obiettivi.

A trovarla, dopo la sparatoria di Cardano al Campo in cui l’ex vigile sospeso ha ferito gravemente a colpi d’arma da fuoco il sindaco e il suo vice , sono stati gli investigatori che hanno passato al setaccio l’abitazione dell’uomo.

Un documento in cui Pegoraro non esita a far riferimento al terrorista norvegese Breivik: «Non farò come lui – ha scritto “Peg” – io in galera non ci vado». Un’ulteriore conferma del fatto che probabilmente era sua intenzione, dopo gli spari contro il sindaco e il vicesindaco i, colpire altri obiettivi sensibili. Una tragedia sventata grazie alle tempestività delle forze dell’ordine e grazie al gesto eroico del capo del commissariato di Gallarate, , che a rischio della propria incolumità lo ha braccato immobilizzandolo mentre tentava di imbracciare la carabina per sparare.

La lettera sembra quasi un testamento, l’ultimo atto prima della fine. L’ex vigile ce l’ha con tutti, prendendosela con giornalisti, magistrati, istituzioni: con quelli che a suo avviso si sono resi responsabili della sospensione del suo incarico lavorativo. Tanto da citare, il giudice che l’aveva condannato per la vicenda della truffa. Se la prende con le “Toghe Rosse”, i comunisti e i sindacati. Si sentiva Rambo per davvero. Come il personaggio cinematografico interpretato da Sylvester Stallone, anche Pegoraro era pronto a tutto, armato fino ai denti. In assetto militare con tanto di carabine, bottiglie di benzina al seguito, divisa da marines e munizioni a non finire, Peg era pronto a imitare Stallone se qualcuno lo avesse ostacolato.

CARDANO AL CAMPO

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