VARESE Dopo l’articolo uscito sul New York Times il 5 aprile scorso, il Sacro Monte di Varese inizia a raccoglierne i frutti. Infatti, in queste ultime settimane sono diversi i turisti stranieri approdati nel borgo mariano varesino, proclamato nel 2003 Patrimonio dell’Umanità Unesco, dopo aver letto il pezzo firmato da Laura Lo FortiA dirlo sono i proprietari dell’hotel “al Borducan”. «Molti clienti arrivano da noi spiegando che hanno conosciuto il Sacro Monte grazie alla sezione “Viaggi” della versione online del New York Times». Nell’articolo (intitolato “Su in Lombardia, Italia, un pellegrinaggio meno affollato”) si proponeva un’escursione “completa” al Sacro Monte, ovvero a partire dalla prima Cappella, per poi arrivare al santuario di Santa Maria del Monte, immersi nella bellezza del paesaggio.In effetti, il cammino offre vedute spettacolari di montagne, boschi e laghi, nel cuore del parco naturale del Campo dei Fiori. La giornalista dava anche indicazioni in merito a vitto e alloggio, tra cui il pernottamento proprio allo storico hotel “al Borducan”, aperto nel 1872, recentemente restaurato, riattivato da circa un anno e immerso nel parco naturale del Campo dei Fiori. Ma il New York Times non è l’unica testata internazionale ad aver messo in evidenza le bellezze del nostro
cammino sacro. «Alcuni clienti francesi – spiegano i titolari dell’hotel – ci hanno mostrato un articolo uscito su “Le Figaro”. Anche qui, veniva consigliata la visita nel nostro territorio e nello specifico si consigliava il pellegrinaggio sul Sacro Monte varesino».Insomma, Varese inizia a diventare internazionale e attira, soprattutto, le famiglie straniere e le coppie mature. Ma non è tutto oro quel che luccica, perché la città giardino ha ancora tanta strada da percorrere prima di poter ampliare i propri orizzonti al turismo estero, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione. Non è un mistero che ancora una grossa fetta di commercianti e addetti alle vendite varesini non conoscano le lingue straniere. O, perlomeno, non le conoscano abbastanza da poter sostenere una conversazione base che consenta di dare risposte al cliente straniero che intende dedicarsi allo shopping.«I nostri ospiti – continuano dal Borducan – si stupiscono di trovare da noi personale che parla l’inglese, il francese e il tedesco perché, girando per la città, hanno difficoltà a comunicare. La cosa che più li sorprende è quella che nel 2012 ci siano ancora così tante persone, soprattutto giovani, che non parlano l’inglese, lingua che negli altri Paesi viene data un po’ per scontata».
s.bartolini
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