VARESE Primarie del centrosinistra vietate a un ex esponente del Pdl, sostenitore di Matteo Renzi: è successo a Massimo Ceresa, che domenica a Cassano Magnago si è visto sbattere la porta in faccia.Motivo: è stato per due mandati consigliere comunale del centrodestra, nel quale era candidato anche alle elezioni di sei mesi fa. In altre parole, spiega il cassanese, «la mia “conversione” è stata ritenuta troppo recente: mi è sembrato un atto discriminatorio e poco democratico da parte di un partito che porta tale nome». Ceresa, infatti, non ricopre più incarichi nel Pdl, di cui non ha neppure la tessera.Nelle vesti di cittadino libero da impegni politici, dunque, si è presentato domenica al seggio di via Buozzi con l’intenzione di dare la preferenza al sindaco di Firenze, nella convinzione che, «se Renzi riuscirà a far piazza pulita della dirigenza veterocomunista del Pd, in Italia avremo un partito socialdemocratico progressista e riformista». Ceresa aveva con sé proprio «un volantino che sponsorizzava Renzi e nel quale si affermava che “tutti” potevano votare, a condizione di firmare una sorta di programma dal titolo “Italia bene comune”: ero disposto a farlo».Davanti al
veto posto nei suoi confronti, si è quindi rivolto al segretario cittadino del Pd Mauro Zaffaroni, che «mi ha confermato il diniego: non lo ritengo un buon servizio a questa “Italia bene comune”». Il responsabile democratico, dal canto suo, si appella al regolamento delle primarie, che a suo dire «parla chiaro». Zaffaroni si riferisce al divieto di voto per «coloro che svolgano attività politica in contrasto con la coalizione»: così recita la norma, ma senza alcun esplicito accenno a chi abbia militato in un recente passato in altri schieramenti. A giudizio del democratico, però, «Ceresa, consigliere comunale del centrodestra per due mandati e candidato la terza volta per il Pdl alle ultime comunali, è una persona scorretta, che vuol votare Renzi per scardinare il Pd: non è questo lo spirito delle primarie». Secondo l’ex candidato sindaco, inoltre, «Ceresa si è presentato al seggio in modo provocatorio, non con la bandiera bianca, e ha avuto una bella faccia tosta per dirci che la nostra è una caduta di stile: non accettiamo lezioni di stile da coloro che soltanto sei mesi fa, in campagna elettorale, ci hanno ricoperto di insulti».
s.bartolini
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