Nizzolo, una zampata da campione

Ai campionati italiani di Darfo Boario il velocista regola Brambilla allo sprint. Terzo arriva Pozzato

Giacomo Nizzolo è il nuovo campione italiano su strada. Il corridore brianzolo era tra i favoriti della vigilia e non ha tradito le attese, confermandosi come uno dei corridori più forti ed in forma del momento. Sul traguardo di Darfo Boario Terme, dopo 228 chilometri di corsa sotto il sole della Valcamonica, il velocista della Trek ha superato nettamente allo sprint Gianluca Brambilla ed ha conquistato una vittoria che in parte mitiga la delusione dell’ultima tappa del Giro d’Italia a Torino, quando vinse ma fu penalizzato e retrocesso in classifica. Terzo classificato un redivivo Pippo Pozzato, davanti al giovane e promettente Gianni Moscon, l’anno scorso tricolore Under 23 e quest’anno vicino ad una storica doppietta al primo anno tra i professionisti. Si toglie dunque una grossa scimmia dalla spalle Nizzolo, e lo fa da campione vero. L’azione decisiva nasce sull’ultimo strappo di Cornaleto, passaggio in cui evadono in cinque dal gruppetto: Oscar Gatto, Gianluca Brambilla, Gianni Moscon, Francesco Gavazzi ed appunto Giacomo Nizzolo. Mancano tre chilometri al traguardo quando Brambilla cerca l’allungo in discesa, Gatto fatica a tenerne le ruote così è Nizzolo a muoversi in prima persona. Nel giro di trecento metri si riporta su Brambilla e approccia con lui il chilometro conclusivo; in volata poi non c’è storia, Giacomo Nizzolo mette la freccia ai 150 metri e vola indisturbato verso la maglia tricolore. E, permettetecelo, questa vittoria in fondo la sentiamo anche un po’ nostra, un po’ varesina. Perché una percentuale di questo successo va attribuita anche ad Eugenio Alafaci, 26enne di Carnago, che lavora sempre nell’ombra soprattutto al Giro d’Italia per trainare al successo Nizzolo, e anche ieri assieme ai

compagni di squadra non si è tirato indietro. Perché è vero che nel ciclismo al traguardo a braccia alzate ci arriva un corridore solo, ma il successo è sempre frutto del lavoro di squadra e quello di ieri è una dimostrazione lampante. Il gruppo Trek-Segafredo ha tenuto duro per un mese dopo il Giro per condurre Nizzolo al successo, e l’obiettivo è stato centrato con pieno merito. Nizzolo si toglie di dosso anche l’etichetta di eterno secondo, dimostrandosi un corridore da manuale del ciclismo. Completo. Perché ha tenuto duro su uno strappo con pendenze al 19%, ha rifiatato per un chilometro in discesa, ha poi colto il momento giusto per riportarsi su Brambilla e lo ha battuto in volata, il piatto forte della casa. Un capolavoro tattico, apologia del velocista moderno, bravo anche a mantenere la gamba ancora calda dopo il Giro d’Italia e a meritarsi questa maglia tricolore sulle spalle. Potrebbe ora candidarsi a correre da capitano anche al prossimo Mondiale di ottobre in Qatar. Nizzolo succede nell’albo d’oro a Vincenzo Nibali, vincitore nel 2015 e 2014 e ad Ivan Santaromita, campione italiano nel 2013, che ieri ha cercato di onorare al meglio una gara in cui è sempre stato protagonista. Santino, reduce da due mesi senza corse, è arrivato con il terzo gruppo alle spalle di Nizzolo, assieme anche al portoceresino Luca Chirico. Non una brutta prestazione dei nostri due corridori, che però non sono mai riusciti a rendersi protagonisti nelle primissime posizioni di una gara corsa comunque a ritmi altissimi nonostante il caldo. Pagano entrambi la lontananza di due mesi da gare ufficiali, nonostante le intenzioni “sportivamente bellicose” della vigilia.