Da ieri stiamo assistendo a un’offensiva televisiva senza precedenti sul fatto che Germania e Francia sono economie in rallentamento come la nostra. I media trasmettono agli italiani questo messaggio: non è l’Italia che ha fatto male ma tutta l’Europa, comprese le economie guida.
È un altro falso dopo quello delle controriforme costituzionali necessarie per la ripresa economica.
In Germania, nell’ultimo trimestre, il Pil si è attestato sul -0,1. Quindi, sta come noi? Non è vero: si dimentica di dire che è il primo rallentamento di un’economia che ha avuto sempre trimestri con il segno più. Lo stesso vale per la Francia. Invece per l’Italia si tratta di diversi segni meno in più trimestri successivi, per una economia molto più debole di quelle di Francia e Germania.
È come se ci fossero automobili e una rallentasse di due chilometri all’ora da una velocità di cento chilometri all’ora e un’altra, la nostra auto, rallentasse di due chilometri all’ora ma partendo da una velocità di 40 chilometri all’ora. I mezzi di informazione trasmettono questo messaggio: tutte e due le economie si stanno fermando ma la differenza reale è che dopo il rallentamento, la Germania continua con una velocità di 98 chilometri all’ora e noi di 38 chilometri all’ora.
L’informazione dell’equivoco viaggia diritto verso il regime.
Francesco Degni
© riproduzione riservata