Non bastano i blitz: Varese ostaggio di spacciatori e degrado

Un’azione una tantum non può liberare le strade: servono controllo costante e istituzioni presenti.

L’operazione di martedì sera in via Como, con decine di agenti schierati e sei stranieri accompagnati in Questura, ha dato un segnale forte. Ma la verità è che la città è stanca dei lampi improvvisi che durano lo spazio di poche ore. Perché, una volta smontati i posti di blocco, via Como torna ad essere ciò che è ogni giorno: un ritrovo di spacciatori, presenze moleste, persone che bivaccano senza meta e che trasformano una strada di passaggio in un corridoio di degrado.

E non si tratta solo di via Como. Da Biumo inferiore alle stazioni, da piazza XX Settembre a piazza Repubblica, passando per le Poste: è un’intera zona di Varese a vivere quotidianamente come una “terra di nessuno”, segnata da insicurezza e sporcizia, sotto gli occhi dei residenti e di chi deve attraversarla per andare a lavorare o prendere un treno.

Le segnalazioni dei cittadini si moltiplicano, ma le risposte sono ancora episodiche. Una retata non basta. Lo sanno bene i varesini, che chiedono con forza continuità, costanza, caparbietà. Non è questione di apparire un giorno con decine di divise, ma di esserci sempre: presidiare, controllare, scoraggiare chi pensa di avere mano libera.

Varese merita di più: merita strade sicure, spazi vivibili, istituzioni che non rincorrano il problema ma che lo affrontino alla radice. Fino a quando questo non accadrà, ogni blitz sarà solo una parentesi, utile a fare notizia ma incapace di cambiare davvero la realtà.