Non c’è coscienza La superficialità invade i seggi

Le elezioni europee si sono ormai concluse e tutti i partiti, vincitori e vinti, stanno già pensando alla prossima campagna elettorale. A differenza delle ultime politiche, il Partito Democratico è riuscito a distaccare i propri avversari con un vantaggio consistente e ad avvicinarsi alla maggioranza assoluta.

Come è ormai consuetudine, l’affluenza è in calo rispetto allo scorso anno, anche se è leggermente superiore, se confrontata ai dati delle europee del 2009.

Il problema è diffuso in tutta Europa e assume dimensioni catastrofiche in stati come la Slovacchia, dove a non votare è l’87%.

In Italia gli astensionisti sono “solo” il 40%, un numero maggiore solo del 10% di Belgio e Lussemburgo e del 25,2% di Malta.

Si può parlare di democrazia?

È difficile stabilire una percentuale entro la quale le votazioni possono essere considerate attendibili a rappresentare le preferenze della popolazione.

Sicuramente non bisognerebbe mai andare sotto il 75% degli elettori, ma solo l’85% garantirebbe la legittimità delle urne: è assolutamente plausibile che il 15% delle persone non possa andare a votare per motivi di salute o impegni lavorativi, inoltre i risultati verrebbero difficilmente stravolti da quei voti.

Se a salvarsi sono solo due stati, che insieme contano appena 30 seggi, le altre 26 nazioni sono state “bocciate” in educazione civica. Anche nell’utopica Germania, in cui tutto va bene agli occhi del resto dell’Europa, i votanti sono stati meno del 50%, per l’esattezza il 47,9%.

Selfie con la scheda

Non cantiamo vittoria troppo presto: nell’era degli autoscatti e dei social network, perché non farsi una bella foto in cabina elettorale e poi pubblicarla sul proprio profilo? I più temerari potrebbero fare un video, ma poi non potrebbero metterlo come immagine di copertina…

L’Unione Europea aveva messo tutti al corrente dell’illegalità di questa pratica, ma noi italiani siamo degli eccellenti fotografi e non potevamo che farci riconoscere, anche in questo caso: centinaia di persone, perlopiù elettori pentastellati, si sono immortalati, scheda in mano, dietro alle tende, che dovrebbero garantire la segretezza del loro voto.

Dal 2008 una legge proibisce di portare all’interno delle cabine dispositivi multimediali, pena la reclusione fino a sei mesi e una multa di 1000 euro. La pubblicazione sul web prima della chiusura dei seggi di fotografie in cui si mostrano le nostre preferenze è visto dalla legge come propaganda elettorale e comporta sanzioni analoghe alle precedenti, che vengono quindi raddoppiate, visto che la foto non si può fare senza fotocamera.

Una vecchia conoscenza

Chi bazzica per la rete, conoscerà sicuramente Giuseppe Simone, un 40enne della provincia di Lecce, che da anni illustra ai suoi “fanz” le proprie teorie per conquistare una donna e le sue considerazioni sul gentil sesso.

Più famoso che mai, dopo i video con il critico d’arte e di “casi umani” Andrea Diprè, Giuseppe ha avuto la bella idea di condividere su YouTube il proprio voto, supportando il Movimento 5 Stelle, proprio il giorno delle elezioni. Il filmato si è diffuso a macchia d’olio, grazie anche alle testate giornalistiche online, e ha raggiunto la Procura, che lo ha deferito per la violazione delle due norme.

Votare è un diritto e un dovere di ogni cittadino: per questo tutti dovremmo votare. In più, alcune persone dovrebbero capire che recarsi alle urne non è fare la scampagnata della domenica e rispettando le regole, che salvaguardano la privacy e la libertà di scelta, si salvaguarda anche la democrazia. «La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo» (Abramo Lincoln)n

© riproduzione riservata