Per il Varese, squadra, tifosi e società, è stata una gran bella domenica a Venegono. Vittoria, primato in classifica ritrovato, seppur in condominio con la Caronnese, ed un bagno di folla incredibile al Comunale. Di quelle che sogni al mattino quando ti svegli e che ti fanno sorridere fino a sera.
Per Marco Bof, segretario generale del Varese Calcio, è stata una giornata speciale, che gli ha permesso di tornare dove ha lavorato nelle ultime due stagioni. Una parentesi positiva che ricorda con piacere e una realtà, quella della Varesina, che ieri ha ritrovato da avversario senza però dimenticare l’amicizia che lo lega alle persone di Venegono: «È stata una domenica sicuramente particolare per me – ammette – mi ha fatto piacere tornare nel posto in cui ho lavorato negli ultimi due anni. Non avevo mai visto Venegono così, c’era tantissima gente, tantissimi tifosi e non nascondo che non sia stata per me una partita come tutte le altre. Ho rivisto tanta gente, tanti dirigenti, tanti tifosi della Varesina e devo dire che è stata una domenica piacevole, sono stato contento. Il discorso sportivo poi ha avuto come sempre la sua importanza perché per il Varese la vittoria di domenica è importantissima, non in quanto derby o per una presunta rivalità che per me non c’è».
L’accoglienza che Marco ha ricevuto è stata davvero positiva: «Sì, sono stato accolto benissimo ma non mi attendevo nulla di diverso, o meglio non c’era motivazione per cui accadesse il contrario. Ho salutato i Cuscunà e il presidente Di Caro, anche se già ci eravamo rivisti in occasione della gara di Coppa Italia a Gozzano e nonostante fossi già tornato a Venegono per il derby della Juniores. So che la mia scelta, che è stata di cuore di fronte ad un’occasione a cui non potevo dire di no, è stata rispettata da ognuno di loro. Mi ha fatto piacere soprattutto che loro abbiano compreso le mie ragioni, e tra di
noi non esiste alcuna ruggine. Anzi, mi fa piacere sottolineare un episodio di domenica che mi ha reso felice: è stato molto bello vedere Paolo Basile e Matteo Di Caro, i due direttori generali, parlare e conoscersi finalmente. Le rivalità nascono quando non ci si conosce, e non è questo il caso, soprattutto quando siamo a due passi di distanza. Hanno parlato di lavoro, di calcio, si sono fatti reciprocamente un’ottima impressione. Mi sembra si siano presi e, a prescindere dall’aspetto sportivo, perché durante la partita ognuno sta sulla sua barricata, penso sia giusto mantenere buoni i rapporti e collaborare. Affinché i discorsi non si chiudano dopo la partita della domenica».
Partita che, in questo caso, ha sorriso al Varese: «Stavolta è andata bene a noi, il risultato del campo è positivo. Quando vinci e gli altri risultati ti danno una mano è una domenica migliore e ti permette di affrontare la settimana in un altro modo, con il sorriso. Chiaro che poi, nella gestione di una società, non ci si deve fermare soltanto al risultato della domenica, che alla fine è la punta dell’iceberg di un lavoro che dura tutta la settimana. Detto questo, ripeto che quando si vince poi si lavora tutti meglio. Speriamo di andare avanti così anche se tutti sappiamo che non è facile».
Domenica ha esordito nel Varese Simone Moretti, uno dei due nuovi acquisti, che è tra l’altro un grande amico di Marco fin dai tempi in cui proprio Simone giocava nelle giovanili biancorosse con Daniele Dalla Bona. Venerdì, nel giorno della presentazione, proprio Marco ha dedicato a Moretti un bel messaggio: «Oggi una persona mi ha insegnato che a volte i sogni si avverano»; ecco perché: «Mi fa piacere che sia tornato, non solo perché è un mio grande amico. Ci conosciamo da parecchio tempo ma se è qui non è per merito mio, ma solo per le sue doti umane e calcistiche. È bello perché magari a 33 anni non ci speri più, invece so quanto ci teneva a tornare a Varese. So che la squadra e la società hanno trovato un uomo che ha nel cuore da sempre questi colori e che darà tutto, dal primo all’ultimo giorno. So quanto ci tiene e quanto può dare, per questo sono ancora più felice».