Non ripartono i motori della Blue Panorama Airlines. Salta l’accordo, a rischio 270 posti di lavoro

Saltata la trattativa con il fondo americano Bateleur la Blue Panorama Airlines, con sede a Gallarate, metterà presto a rischio posto di lavoro i 270 dipendenti attualmente in cassa integrazione (foto dal web)

MILANO – Salta l’accordo e Blue Panorama Airlines spegne i propri motori, definitivamente. La compagnia aerea, che aveva sede a Gallarate in Via Carlo Noè, e posta sotto il controllo del Gruppo Uvet, non è stata ammessa infine – come ci si aspettava – al concordato preventivo dal Tribunale di Milano. La notizia circolava già nell’aria nei giorni scorsi, ma la riporta adesso il giornale online “L’agenzia di viaggi magazine”, che evidenzia il decreto di “improcedibilità della domanda di concordato preventivo” emesso dal giudice lo scorso 15 dicembre. L’istanza era stata presentata dalla Blue Panorama Airlines il 28 ottobre dell’anno passato. Adesso, in assenza del’ammissione al concordato, la Blue Panorama Airlines è sull’orlo del fallimento.

Pare, infatti, che il prossimo passo sarà ora l’emissione, da parte del Tribunale di Milano, di un nuovo decreto per avviare la liquidazione giudiziaria con la nomina dei curatori che gestiranno il fallimento del vettore.

Un Natale coi fiocchi per 270 lavoratori

Un Natale coi fiocchi, inaspettato quanto deludente, seguito all’altra delusione, quella del ritiro dell’offerta da parte del fondo americano Bateleur, il quale la scorsa primavera aveva ridato vita alle speranze di tornare a far decollare la Blue Panorama, se fosse stata rilevata al 100% della compagnia. I 270 a rischio licenziamento sono composti da personale di terra (45 unità), piloti (ben 55) e assistenti di volo (170, la gran parte).

I 270 sono attualmente in cassa integrazione, ma cosa ne sarà di loro da febbraio del 2023? I sindacati ventilano l’ipotesi della “cassa per cessazione” reintrodotta negli anni del Covid, ma i termini di richiesta sono molto stretti, scadendo la domanda a fine anno 2022. Una soluzione potrebbe essere la proroga di un anno, se inserita nella legge di bilancio in approvazione al Parlamento in questi giorni.