Non timbravano il cartellino Vigili inchiodati da video e Gps

CARDANO AL CAMPO Nuova udienza per l’affair “vigili di Cardano”: ieri in aula ha testimoniato uno dei finanzieri incaricati dalla procura di svolgere le indagini a carico degli otto imputati (tutti dipendenti all’epoca dei fatti del comando di polizia locale cardanese) accusati a vario titolo di aver timbrato il cartellino, uno per tutti. Nel senso che, stando alla procura, un dipendente timbrava anche per i colleghi che erano altrove a non lavorare.
Il finanziere ha descritto «le immagini registrate dalla piccola telecamera da noi posizionata in modo che non si vedesse vicino alla sistema di registrazione del badge. Alcuni fotogrammi mostrano un imputato che timbra il badge anche di un collega, non presente accanto a lui mentre il passaggio magnetico veniva effettuato».

«Avete verificato che il dipendente a nome del quale il badge era stato timbrato non si trovasse al lavoro in quel momento?», ha chiesto l’avvocato Sara De Micco, uno dei difensori. Di questo non ci sarebbe una certezza provata.
Le difese, tra l’altro, hanno rilevato che sono tre gli accessi agli uffici del comando. In base alla tesi difensiva il dipendente “fantasma” potrebbe aver utilizzato altro ingresso e aver chiesto a un collega di timbrare al suo posto. Secondo l’accusa, invece, non soltanto il dipendente “fantasma” non si trovava sul posto di lavoro in quel momento ma, così come altri degli imputati, avrebbe anche presentato il conto per ore di straordinario in realtà mai lavorate.

Altro punto: il peculato d’uso. Alcuni imputati sono accusati di aver utilizzato l’auto di servizio per spaventare alcuni colleghi che si rifiutavano di “far parte del sistemino”. In un caso ci sarebbe anche stato anche un blando tentativo di investire chi, poi, si è rivolto al segretario comunale dell’epoca facendo scattare la denuncia.
Oltre a questo le auto di servizio sarebbero state utilizzate dagli agenti per fini personali tra commissioni, spese e qualche aperitivo. «Il fatto – ha spiegato il finanziere – è provato dai tracciati del gps collegato all’auto. Ci sono le prove che in particolari momenti l’auto di servizio non era dove invece sarebbe dovuta essere».

Stando al teste anche il tono di alcune conversazioni intercettate dimostrerebbe che quell’auto era stata utilizzata per «farla pagare a qualcuno». L’11 gennaio si torna in aula con i testi del pm.
Intanto il fronte polizia locale a Cardano resta agitato. L’organizzazione sindacale autonoma Sdb, guidata a livello provinciale da pFausto Sartorato, ha indetto un giorno di sciopero per giovedì 13 ottobre. «In risposta alla non volontà dell’amministrazione di non discutere alcune nostre proposte e di aver siglato un accordo per il cambio degli orari di lavoro con una sola sigla sindacale anziché discutere con tutte e 5 le sigle presenti nel comando».

Simona Carnaghi

e.besoli

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