VARESE «Faccio appello alle persone che vengono a passeggiare a Mustonate: tenete i vostri cani al guinzaglio, altrimenti scorazzando nei prati potrebbero uccidere i cuccioli di lepre italica nati in questa primavera».
L’appello è dell’imprenditore Francesco Aletti Montano, che da qualche anno sta portando avanti l’ambizioso progetto di ripopolare la città di Varese con esemplari di lepre italica. A Mustonate ha creato una vera e propria oasi per la salvaguardia di questo piccolo mammifero.
«Come al Campo dei Fiori ci sono i caprioli e i cervi, qui vicino al lago devono tornare le lepri italiche – spiega Aletti – È un animale che ho voluto introdurre per ripopolare l’ambiente con la sua fauna autoctona, non per produrre reddito».
L’avventura è iniziata sei anni fa, lasciando libera qualche coppia di lepre. Gli animali hanno trovato un habitat ideale e erba buona, tanto che il censimento effettuato dalle guardie provinciali nel 2010 aveva stimato la presenza di 70 esemplari. Quest’anno, invece, lo stesso censimento ne ha contate 25. Come mai questa drastica riduzione?
«Un calo fisiologico può essere normale in questa fase di ripopolamento – risponde Aletti – Credo che la responsabilità maggiore ce l’abbia avuto la pioggia caduta in grande quantità lo scorso anno in primavera. Il fatto che il numero si sia ridotto, però, è un campanello d’allarme che deve invitare tutti a fare uno sforzo ancora maggiore per proteggere questo animale, che oltre che dalla presenza dell’uomo (con i suoi cani e gatti) è minacciato dalle volpi e dalle gazze».
Non è facilissimo vedere una lepre, tanto meno un cucciolo. Può essere utile sapere che la lepre italica si distingue dalla più comune lepre europea per dimensioni inferiori e una colorazione più chiara, di colore arancio su dorso. Gli occhi sono cerchiati di bianco e le orecchie hanno la punta nera, così come la coda.
Una volta queste lepri venivano importate dalla Polonia per le battute di caccia, a Mustonate però la caccia è vietata. Le lepri vengono catturate quando sono in sovrannumero e portate nei territori limitrofi. «Trovo persone che dicono “ma il mio cane è bravo” e che ignorano il disturbo che l’animale domestico arreca anche involontariamente alle nidiate – afferma Aletti – Chiedo, cortesemente, un po’ di collaborazione». Importante, inoltre, non scaricare sostanze nocive nell’acqua del torrente: «bisogna fare in modo che il torrente Valle Luna sia mantenuto il più pulito possibile».
s.bartolini
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