Occhi di ghiaccio ha l’ultima parola e i biancorossi stendono i re di Francia

Gagliarda prova della Openjobmetis Varese, trascinata da Avramovic e premiata da Kangur

Che sport strano che è la pallacanestro, inspiegabile quanto la vita. Nell’ultimo quarto la Openjobmetis Varese si trova tremendamente sotto a rimbalzo (30-41), al tiro da due e in quello da tre (38% in totale contro 49%), così ai liberi. Disastro. Eppure è lì, attaccata alle terga dei tignosi avversari, senza una spiegazione apparente delle cifre (forse il cuore…). Capita poi che l’ultima chance arrivi nelle mani del peggiore in campo,

Kangur, 1/6 al tiro fino a quel momento. Capita che costui segni contro ogni probabilità, capita che 1600 spettatori a contarli larghi sembrino 5000 invasati senza Dio, capita che si vinca quando si doveva perdere. Capita… quando la magia dell’Europa chiama. Buona la prima, nella tua “casa” di sempre, cara Varese.
. Il gioco dell’Asvel fluisce che è un piacere, senza che i padroni di casa – davvero “ronfanti” in retroguardia nell’incipit del match – riescano a costruire argine alcuno. Risultato? Sono 25 i punti subiti in un solo quarto e non è che in attacco (13 quelli segnati) vada meglio. Che la chiave della gara sia “dietro” è quasi scontato per una squadra come la Openjobmetis, così bisognosa di correre, e contro avversari grossi (impressionante Watkins) e organizzati: quando Varese riesce a contenere, il tabellino quasi sorride (34-37 al 18’), quando invece l’intensità si abbassa son dolori. Il 39-44 del 20’ lascia aperta ogni possibilità, che i biancorossi colgono con un’abnegazione nuova, consci della necessità dell’impresa davanti ai campioni di Francia: Aleksa il serbo è la guida “folle” e inarrestabile, Anosike (di fisico) e Pelle (di atletismo) chiudono le plance, Eyenga ha un sussulto fatto di orgoglio e garretti: al 27’ il sorpasso è realtà (56-53), ma la strada è lunga, impervia, ricca di ostacoli (la coppia ex Cantù Hodge – rebus irrisolto per i registi varesini – Uter, tra i principali). Dal vantaggio biancorosso si dipana un lungo finale di cui diventa impossibile fare la cronaca, per la quantità di cambi di padrone e di emozioni senza soluzione di continuità. L’ultima parola è dell’estone dagli occhi di ghiaccio. Ed è perentoria.

Openjobmetis VARESE 83
ASVEL Villeurbanne 82

VARESE Anosike 4 (2/3), Maynor 8 (3/11, 0/2), Avramovic 29 (9/12, 2/5), Pelle 9 (3(8), De Vita ne, Cavaliero 7 (2/7, 1/2), Campani 1 (0/1), Kangur 5 (1/1, 1/6), Canavesi ne, Ferrero ne, Eyenga 10 (3/6, 0/1), Johnson 10 (1/3, 2/7). All. Moretti

ASVEL Dragovic 12 (1/4, 3/6), Meacham 2 (1/1, 0/1), Uter 13 (3/6, 2/3), Lang 8 (1/2, 2/5), Sy 5 (2/2, 0/1), Noua 8 (4/4), Hodge 19 (6/12, 1/3), Diawara ne, Watkins 9 (3/9), Morandais 6 (2/2, 0/2). All. Jackson.

Arbitro Biricik (TUR), Hrusa (CZE), Perez Niz (Esp).

Note Da 2: V24/52, Vi23/42. Da 3: V6/23, Vi8/21. Liberi: V17/26, Vi12/15. Rimbalzi: V38 (Anosike 9), Vi43 (Watkins 12). Assist: V10 (Maynor 5), Vi22 (Hodge 9). Perse: V6, Vi15. Recuperate: V8, Vi2. Usciti 5 falli: nessuno. Spettatori: 1600.