Oostende-Varese 79-85. Le pagelle

Il nostro Fabio Gandini dà i voti ai biancorossi dopo la vittoria in Belgio

Siamo alle solite: è troppo leggero per contenere l’impatto di centri stazzati come il Boukichou che nella serata di coppa gli si para davanti.
E in retroguardia è anche vittima di errori di concetto, tipo il rimanere sempre quel passo indietro che non gli permette di aiutare in modo proficuo e di presidiare l’area sui giochi a due. Peccato: in attacco, a volte, la sua tecnica è poesia allo stato puro

È tornato domatore di leoni, per intensità ed efficacia espressa in mille piccoli aspetti che non è detto finiscano poi sul tabellino.
Davanti risponde presente quando viene chiamato in causa: la sua bomba dall’angolo nel momento di forcing di Ostenda ha un peso enorme.

Non ha ancora le gambe per tenere i contatti in entrata (e gli arbitri della serata gli rubano anche qualche fischio sacrosanto…), ma la sua crescita dopo lo stop di quasi due mesi trova in Belgio una tappa davvero convincente. Pericolosità offensiva e sprazzi di regia: sta tornando.

La ruvidità di Ostenda-Varese e in generale delle tenzoni europee non è ancora cosa per i 23 anni di Lorenzo. Quattro minuti di affanno nel primo quarto inducono Moretti a non proporlo ulteriormente.

Stasera è mister utilità, perché ai 13 punti unisce anche 5 rimbalzi e 5 assist. Servirà come il pane la sua leadership nella transizione che questa squadra dovrà probabilmente affrontare: la faccia cattiva con cui si mangia tutti e i 32 minuti sul parquet è l’esempio migliore.

Quattro falli in nemmeno un tempo, anche se pare l’unico a poter frenare le sortite ospiti all’ombra delle plance. Fuori dalla partita? Niente affatto: Moretti e la zona lo proteggono e Luca mette un mattone solidissimo sulla vittoria.

Contro i belgi torna cecchino infallibile da fuori, ma soprattutto aggiunge tante belle variabili al suo carnet: i rimbalzi, i recuperi, gli assist e la difesa. Partita totale del lettone.

Il suo senza voto non ha la stessa valenza del senza voto dato a Molinaro: non giudicare Thompson significa evitare di infierire.

La moto in penetrazione è sempre accesa e pronta a sgommare, seminando gli avversari appena si distraggono sul suo primo passo.
Nella contesa odierna, però, riesce a dare anche ordine e raziocinio da playmaker titolare.
Quando c’è da chiuderla ritorna “pazzo”: bomba da nove metri e tutti a casa