Islamabad, 29 ago. (Ap) – Le inondazioni scatenate dal fiume Indus continuano a minacciare due città abbandonate da oltre 400mila abitanti nel sud del Pakistan, dove il livello delle acque inizia comunque timidamente a calare.
La bassa valle dell’Indus nella provincia meridionale del Sind è diventata negli ultimi giorni la regione più inondata del Pakistan, mentre nelle altre – principalmente nord e centro – le acque hanno lasciato posto al fango. Quella che ha colpito il Pakistan è stata definita la peggior catastrofe umanitaria della storia di questo Paese di circa 170 milioni di abitanti.
Dall’inizio di agosto, oltre sette milioni di persone sono state sfollate nel Sind, oltre un milione delle quali tra venerdì e ieri: lo hanno indicato Nazioni Unite ed enti locali. Un esodo che continua oggi, malgrado “la quasi totalità della gente sia scappata dalle zone minacciate”, ha spiegato Hadi Bakhsh Kalhoro, un alto responsabile del distretto di Thatta, il
più colpito. In questa zona campi e villaggi sono sotto un lago gigantesco di acqua melmosa che ha sommerso alcuni alberi, tetti e minareti. Alcuni disperati si sono sistemati in cima ad alcune dighe che hanno resistito, come hanno riscontrato i giornalisti della France Presse a bordo di un elicottero militare che ieri ha lanciato loro aiuti alimentari.
Thatta, capoluogo distrettuale, è diventata da due giorni una città fantasma, abbandonata dalla maggior parte dei suoi 300mila abitanti.
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Fco
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