“Palla a Eyenga e speriamo” non basta. Maynor, ora la pazienza sta per finire

Sufficienti solo l’ala e Avramovic. Il resto è un totale disastro. La pagelle di Alberto Coriele

Viene sovrastato fisicamente e sul ritmo da Willie Deane (non l’Nba Damian Lillard, intendiamoci). Forse il tempo della pazienza e delle giustificazioni sta volgendo al termine perché se non sei in grado di tenere il primo passo in penetrazione degli avversari, chiunque essi siano, la questione si fa pesante. La linea tra la sua indolenza e l’effettiva incapacità di fare di più in questo momento è difficilmente rimarcabile.

Ogni tanto decide di isolarsi senza particolari ragioni, e sbaglia. Altre volte è stato lui a dare una scossa alla squadra, non stavolta.

Il suo miglior momento corrisponde al parziale con cui Varese si riporta a meno tre, sul 31-28. Non è un caso, perché è davvero l’unico a garantire un cambio di passo. Poi però si prende troppe pause, non riesce a mantenere l’intensità per molto tempo, anche se resta un mistero il motivo per cui si veda in campo solo per 18 minuti.

È troppo leggero per questi livelli, commette quattro falli in un amen senza accorgersene, non riesce a frenare l’irruenza. L’assenza di Anosike in contesti come questo si sente, lui non riesce a colmare il vuoto.

In difesa tiene il primo passo, il secondo passo e poi va in apnea. Il tempo in certi aspetti di gioco passa anche per lui, che comunque ha l’orgoglio di non mollare.

Non è famoso per essere un cuor di leone, ma il suo approccio è molle e quasi svogliato, un po’ come tutto il suo inizio di stagione. Un ballerino incompreso, tornato in versione “Bovone”, sgraziato e poco presente, a tratti deleterio.

Una volta era il bello di coppa, il giocatore venuto dalla A2 che si esaltava al salire del livello. Lo spirito combattivo non è cambiato, la voglia di emergere è la stessa, però sbaglia tutto, compresi due appoggi in contropiede contro nessuno.

Ad un certo punto della partita, lo schema è “palla ad Eyenga e speriamo che Chris ce la mandi buona”. A tratti va, a tratti no, ma con tutti i suoi limiti il congolese prova a caricarsi la squadra sulle spalle soprattutto nei secondi 20’: non basta. Se i compagni avessero la metà della sua intraprendenza, Varese sarebbe qualche gradino più su.

Stavolta ci sono dieci punti da segnalare, ed è già un punto esclamativo rispetto ad altre uscite. Ma le note liete finiscono qui e iniziano quelle dolenti: in difesa è imbarazzante, gira come una trottola. Sorge e tramonta alla velocità della luce.