Papa/Appello a cattolici: Portate Dio nella società e in politica


Viterbo, 6 set. (Apcom)
– E’ un forte appello a non aver paura di “vivere e testimoniare la fede” in tutti gli ambiti della società, compresa la politica. Arriva da Papa Benedetto XVI che oggi è in visita a Viterbo, la ‘Città dei Papi’, che torna ad ospitare un pontefice dopo 25 anni. Nella Valle Faul, insieme a quasi diecimila fedeli, ad ascoltare Ratzinger in prima fila c’è Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e inviato da Berlusconi per ricucire il dialogo tra Governo e Santa Sede, all’indomani dell”affaire Boffo’ e delle preoccupazioni espresse dal cardinale Camillo Ruini espresse a Cernobbio.

“Fedeli laici, giovani e famiglie – afferma il Papa – non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana”. E ancora più forte il monito di Ratzinger si eleva quando ricorda il ruolo dell’Azione Cattolica: “Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali ma non muta e non passa di moda la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo in solidarietà con la famiglia umana, al passo con i tempi. Ecco l’impegno sociale – aggiunge il Papa – ecco il servizio proprio dell’azione politica, ecco lo sviluppo umano integrale”.

La giornata di Benedetto XVI inizia con una celebrazione eccezionalmente ‘silenziosa’. I cerimonieri, esprimendo un suo desiderio, chiedono ai fedeli di non applaudire durante la messa. “E’ stata una celebrazione esemplare – dirà il Pontefice più tardi a pranzo – la gente è stata molto devota e composta”. Prendendo la parola durante l’omelia il primo ringraziamento per la “calorosa accoglienza” di Joseph Ratzinger va al vescovo monsignor Lorenzo Chiarinelli – che lo ha guidato per tutta la giornata – ma anche ai rappresentanti del Parlamento e del Governo. Benedetto XVI invita poi a vincere l’egoismo e l’indifferenza e a dare invece vita a “una nuova umanità, l’umanità dell’ascolto e della parola, del dialogo, della comunicazione e della comunione”. “Il deserto più profondo – ammonisce il Pontefice – è il cuore umano, quando perde la capacità di ascoltare”.

Infine durante la preghiera dei fedeli, il pensiero va alle “autorità civili” accompagnato dalla richiesta di non seguire “favoritismi personali” ma “cerchino il bene di tutti e promuovano la civiltà dell’amore”.

Il caso Boffo, e le polemiche sui rapporti tra Italia e Santa Sede sembrano dunque non fare capolino nella giornata di Benedetto XVI a Viterbo. Bocche cucite tra i vescovi e i porporati presenti; c’è solo chi si lascia sfuggire una battuta: “Ora è solo tempo di pregare, pregare, pregare”, sospira un alto prelato.

C’è però un breve saluto di Gianni Letta dal Papa, un faccia a faccia che dura pochissimi minuti ma che sembra riportare il sereno nei rapporti Italia-Santa Sede. “Il mio sorriso parla chiaro – dice Letta, che tra l’altro è anche Gentiluomo di Sua Santità – il clima è sereno e i rapporti tra Italia e Santa Sede sono saldi”. A chi gli domanda se le preoccupazioni del cardinale Ruini sono fondate, il trait d’union di Berlusconi con il Vaticano ribatte: “Certamente bisogna sempre lavorare affinchè i rapporti si rafforzino sempre più”.

Ma è una visita anche all’insegna dell’omaggio a Santa Rosa e a San Bonaventura quella di Ratzinger a Viterbo. Dopo aver venerato il corpo della santa patrona della città, e ringraziato gli organizzatori della ‘Macchina’ chiamata quest’anno ‘Fiore del cielo’, il Pontefice ha voluto rendere omaggio a Fra’ Bonaventura, recandosi a Bagnoregio, a una trentina di chilometri da Viterbo.

Il sedicesimo viaggio del Papa in Italia sembra, dunque, aver rasserenato gli animi nei rapporti tra Italia e Santa Sede.

Ssa/Lux

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