Parrucchiere resta in mutande «Lo Stato mi ha tolto tutto»

VARESE Lavorerà in mutande per protestare contro le tasse e la burocrazia. Non scherza Massimo Crippa, parrucchiere di Bizzozero, che in questa singolare manifestazione – che si svolgerà a breve – ha coinvolto buona parte dei negozianti del rione.
«Non ce la facciamo proprio più – dice il parrucchiere indicando un articolo di giornale nel quale si dice che i politici romani cominceranno sì a pagarsi il pranzo, ma solo a partire dal 2014 –

Ci sentiamo presi in giro. Noi paghiamo e loro mangiano gratis».
Il suo negozio si chiama J&P e si trova in via Carletto Ferrari 60. La vetrina si affaccia proprio sulla strada. Il parrucchiere vi ha affisso un cartello con scritto. «Non voglio più vergognarmi di essere italiano. Politici ladri a casa». Lo stesso cartello è appeso anche sulla sua auto, in modo che il messaggio arrivi forte e chiaro a tutti, anche per le strade. «Io ho 41 anni e da 20 lavoro in proprio – dice Crippa – Quest’anno il mio fatturato è stato del 10% in più rispetto allo scorso, ma ho dovuto mettere il personale in cassa integrazione e dubito di poterlo riassumere. Questo perché sono strozzato dalle tasse».
I conti sono presto fatti. «Nel mese di novembre dovrò pagare il 60% delle tasse sul presunto fatturato del 2013. Nel dicembre la seconda rata. Come si può pensare che un piccolo artigiano riesca a sborsare tutti questi soldi?».
Alle difficoltà del quotidiano si somma una partita ancora aperta con Equitalia che sostiene che il parrucchiere nel 2004 non ha pagato le tasse. Crippa, però, è di tutt’altro avviso.

Il servizio completo sul giornale in edicola venerdì 26 ottobre

s.bartolini

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