VARESE Il Comune di Varese dichiara guerra alla «concorrenza sleale» dei parrucchieri “low cost”. È stato infatti ultimato il nuovo regolamento comunale per l’attività di acconciatore, che avrà come principale effetto quello di tutelare i negozi tradizionali. Mentre saranno tenuti sotto stretta osservazione i parrucchieri che offrono il servizio a prezzi stracciati: la loro presenza, soprattutto tra cittadini stranieri, si è moltiplicata negli ultimi anni, complice la crisi che ha costretto i cittadini a ricercare soluzioni più economiche. Un tema caro all’amministrazione, in particolare alla Lega. Che esprime il principale promotore del nuovo regolamento, l’assessore al Commercio Sergio Ghiringhelli.
Il nuovo regolamento, che verrà discusso oggi dalla giunta, avrà come principali novità la necessità, per ogni esercizio, di individuare un “responsabile tecnico”, iscritto al registro delle notizie economiche-amministrative della Camera di Commercio, in possesso dell’abilitazione professionale. Ma soprattutto ogni attività dovrà comunicare la propria apertura, con la presentazione di una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) allo sportello unico per le attività produttive.
Questa norma stronca l’abusivismo sul nascere: chi infatti non la rispetterà, come sanzione potrà subire la chiusura dell’attività. Il Comune avrà il compito di vigilare sulla regolarità della documentazione presentata. Sono previsti infatti controlli a tappeto da parte dei vigili, che potranno anche multare chi
non acconsentirà a far entrare gli agenti durante i controlli, anche se l’attività professionale viene svolta nel proprio domicilio. Controllo di ogni nuova apertura, presenza di un tecnico responsabile e infine, per completare il quadro dei paletti messi dal Comune, l’inasprimento del livello sanitario richiesto.
«I requisiti igienico-sanitari sono stati integrati con i requisiti di sicurezza per garantire le condizioni per l’assenza in situazioni che possano costituire pericolo per il personale e per i clienti, il benessere del microclima, la facile e completa pulizia di locali, arredi e attrezzature. Al riguardo il titolare ha l’obbligo di redigere un protocollo di disinfezione, sanificazione e sterilizzazione dei locali e delle attrezzature, consegnandone copia anche al Suap» si legge nel testo del regolamento.
Le sanzioni pecuniarie variano dai 250 euro fino ai cinquemila euro per ogni infrazione. Mentre le sanzioni accessorie prevedono la chiusura dell’attività per un periodo di tempo, fino alla regolarizzazione del locale. Solo l’apertura abusiva, ovvero l’assenza di una dichiarazione di inizio attività, potrebbe prevedere la chiusura definitiva.
b.melazzini
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