Pasqua, benvenuti in tavola Ed ecco un pranzo da varesini

Le rubriche di cucina congestionano i media: la mia sarà diversa. Sono una giornalista gastronomica, sette anni da foodblogger. Però, e qui viene il bello, sono anche mamma di sei figli: cucino davvero dalla mattina alla sera, e mi diverto pure un sacco, anche a chiacchierarne.

In pullman, all’uscita della scuola, in coda alle poste, al supermercato, dal pediatra. Una volta ho scambiato pure una ricetta al cimitero, con una signora affranta: sono irrecuperabile. E i miei piatti finiscono sempre su Facebook in tempo reale. Così, fra un pentolone e una tortiera, racconterò anche a voi il mio desco quotidiano.

E dato che Pasqua è alle porte, iniziamo dalla tavola delle feste. Premessa: mi ispiro, da buona Varesotta, alla cucina locale, rivisitandola con un pizzico di brio, astuzia e funambolismo (economico ma anche cronometrico).

Ma se per i giorni normali sfodero il piatto unico – allegro, colorato, economico – durante le feste rispetto decisamente la tradizione. Cominciamo dagli antipasti. Archiviati i fioretti alimentari, devono trionfare la pancetta con le mele e il salame prealpino Igp.

Siete stati omaggiati di un bel cacciatore foresto? Onoratelo; ma se dovete comperarlo, tuffatevi sul nostrano.

Un tempo il salame compariva proprio a Pasqua, dopo la stagionatura: ritroviamo gli antichi ritmi anche a tavola, cosa che ci radica alla terra.

Facciamo anche l’insalada e ciapp, con il songino, meglio ancora la cicoria dei campi (raccoglietela solo se esperti) e le uova sode aperte in due (i “ciapp”); a condire, pancetta sfrigolante, olio e aceto.

Le uova sode, decorate dai bambini, o “legate” nei cavagnini (i cestini di pane) di atavica memoria padana, non manchino proprio in tavola: quelle di cioccolato sono invenzione moderna, e l’uovo è simbolo di rinascita.

Verrà poi l’insalata capricciosa con la toma e il prosciutto a listerelle, condita con una buona maionese casalinga (oppure la Orco che fanno in via Bainsizza, deliziosa), con un goccino di tabasco per i grandi.

Non dimenticate infine la furmagina, il nostro signor latticino: i bambini la adorano. Preziosa cosparsa di fiori di rosmarino e un filo d’olio buono, è tipica condita con olio, pepe e cipolla rossa tritata. Veniamo al primo. In ogni ricorrenza a Varese non può mancare il risotto.

Laura Pantaleo Lucchetti

© riproduzione riservata