Patenti speciali, palla nel campo dell’Asl «Miglioreremo». Si parte da medici e sedi

Un anno fa la denuncia de “La Provincia”, sabato l’ennesima odissea raccontata dal nostro Caielli. Il nuovo dg Lattuada: «Intervenire sarà una delle priorità con commissioni estese sul territorio»

«Di criticità nel processo di rinnovo delle patenti speciali ci sono: migliorare questo servizio erogato dall’Asl sarà una delle nostre priorità». È la promessa di , direttore generale dell’Asl di Varese. Lattuada entra nel merito dell’odissea vissuta in prima persona e raccontata dal nostro per il rinnovo della patente speciale. Un’odissea che, per chi è portatore di disabilità, si ripete ogni cinque anni e che un anno fa il nostro giornale aveva deciso di provare a combattere con un primo editoriale, sempre a firma di Caielli, che aveva sollevato con decisione il problema di tutto quel che sta dietro alle patenti speciali. Perché dietro a quelle che vengono chiamate “patenti speciali” c’è un mondo di cavilli, rigidità e umiliazioni che una persona non disabile non può neppure lontanamente immaginare.

È d’uso pensare che i problemi con cui un disabile è costretto a lottare tutti i giorni siano legati alla sua condizione fisica: barriere e pregiudizi da superare e da combattere. Invece, spesso ignoriamo che le situazioni più ostiche e umilianti da affrontare in realtà sono quelle legati alle .
La battaglia dello scorso anno sembrava aver colpito nel segno tanto che l’allora direzione dell’Asl varesina per discutere della questione e sviscerarla. Eravamo usciti da quell’incontro

carichi di speranze: molta l’attenzione dedicataci dagli “addetti ai lavori” e molti gli impegni che l’allora direzione generale e sanitaria si era assunta nel breve e medio termine. Anzi, secondo chi deve subire questa odissea con regolarità, le cose sembrano addirittura peggiorate.
Una delle ragioni è da imputare anche al cambio (quasi totale) dei vertici dell’Asl che quel giorno della scorsa estate erano seduti al tavolo di confronto, dove gli impegni al cambiamento vennero presi dall’ormai ex direttore generale e dall’allora direttore sanitario assieme al direttore Dipartimento prevenzione Medica e al responsabile dell’Unità Operativa Medicina Legale .

Il passaggio di testimone a Paola Lattuada è avvenuto successivamente ed è venuto a mancare il tassello che prevedeva la comunicazione degli impegni presi nei confronti della cittadinanza varesina, affinché si potessero introdurre migliorie al percorso per il rinnovo della patente speciale attraverso il nulla osta della Commissione medica dell’Asl.
«Criticità legate alle commissioni mediche patenti sono presenti in tutte le Asl del Paese – spiega Lattuada – In quella di Varese molte sono le cose che possono essere riviste».
«I processi vanno totalmente ridisegnati: ci sono poi delle azioni congiunturali, come ad esempio il potenziamento del personale, che possono essere riviste da subito. Altre, invece, sono azioni strutturali che necessitano di più tempo». La commissione medica patenti visiona circa 12 mila utenti all’anno e circa sono relative a patenti per invalidità. Al momento, i residenti di tutta la provincia che necessitano di accedere a questo sevizio, devono fare riferimento a Varese.
Questo fa sì che si creino prima di ottenere la data dell’appuntamento: gli appuntamenti vengono dati, in media, a una sessantina di giorni da quando lo si va a prendere. Per prenderlo bisogna andare di persona e consegnare documenti e moduli firmati.
In occasione del tavolo di confronto di un anno fa, la vecchia direzione ci aveva promesso che avrebbe, nel giro di qualche settimana, previsto la possibilità di fare tutto online. «Attuare, per l’accesso all’appuntamento con commissione medica, questa procedura è rischioso – continua il direttore generale – Ci sono vari documenti da presentare e bollettini da pagare e il rischio è che le persone poi si presentino con la documentazione incompleta. Questo creerebbe ulteriore caos».
Secondo Lattuada, infatti, il problema va “aggredito” in modo diverso. «Prima cosa da fare è diffondere la commissione medica patenti sul territorio in modo tale che i cittadini che abitano al Sud e al Nord della provincia non siamo costretti a venire fino a Varese. Il problema è che mancano medici legali. È da qui, quindi, che dobbiamo partire».