Genova, 27 mag. (TMNews) – Don Seppia, il parroco genovese arrestato con l’accusa di abuso su un chierichetto minorenne e cessione di cocaina, è stato nuovamente interrogato questo pomeriggio nel carcere genovese di Marassi. Secondo quanto riferito dal suo avvocato difensore, Paolo Bonanni, il pm Stefano Puppo avrebbe contestato al sacerdote anche l’induzione alla prostituzione. Don Seppia, che dopo l’interrogatorio è stato subito riaccompagnato nel carcere di Sanremo dove è attualmente detenuto, non sarebbe invece accusato di alcun reato legato alla sua presunta sieropositività.
“Oggi -ha spiegato il legale al termine dell’interrogatorio- gli è stata contestata anche l’induzione alla prostituzione ma in maniera abbastanza generica. Verificheremo se questa accusa corrisponde al vero oppure -ha sottolineato Bonanni- se si tratti di una contestazione che non è seguita da fatti”. L’avvocato difensore ha infatti spiegato che “l’induzione alla prostituzione contiene in sé un elemento per il quale occorre convincere una persona che prima non si prostituiva a farlo”.
Secondo Bonanni “diverso è il discorso se uno va con una persona a pagamento che già lo fa”. Riguardo alla presunta sieropositività di don Seppia, il legale ha affermato: “Non gli sono state contestate ipotesi di reato relative a una qualsiasi condizione sanitaria”. “Per quanto concerne la cessione di droga -ha proseguito- si è trattato di una contestazione afferente a una presunta cessione ma non a un minorenne, contestazione che abbiamo comunque smentito”. Allo stesso modo il sacerdote genovese avrebbe continuato a negare di aver avuto rapporti sessuali con minorenni.
Fos
© riproduzione riservata