«Pene più dure e severe per chi avvelena i cani»

Giustizia per Sasha - Mercoledì in Parlamento la petizione (30mila firme) che ha raccolto consensi in tutto il territorio

Giustizia per Sasha: la mobilitazione nata a Busto arriva alla Camera dei Deputati. «Inasprire le pene per chi avvelena i cani» invoca

, fondatore dell’associazione nata per combattere «l’emergenza bocconi avvelenati».
La data è da segnare. Mercoledì 13 luglio, alle 11, nella sala stampa della Camera dei Deputati. C’è da celebrare il deposito ufficiale al Parlamento della petizione per l’inasprimento della pena per pericolosità sociale nei confronti degli avvelenatori di cani.
Interverranno il «padre umano» di Sasha, colui che ha avviato la battaglia, Antonio Nicola L’Abbruzzi, fondatore e presidente della onlus “Giustizia per Sasha”, insieme ad altri attivisti ed esperti, come del gruppo Facebook “Monza a Quattro Zampe”,
del gruppo “Segnalazione Bocconi Avvelenati” e il medico veterinario
.
Oltre ad annunciare il deposito della petizione, porteranno una serie di riflessioni sulla situazione degli avvelenamenti e dei maltrattamenti su tutto il territorio nazionale, con una richiesta di maggiori controlli sul territorio in collaborazione con le istituzioni e forze dell’ordine e di campagne di sensibilizzazione e manuali informativi affinché si sappia esattamente cosa fare e quale sia procedura corretta in caso di ritrovamento di bocconi sospetti, ma lanceranno anche un appello per una «maggiore partecipazione da parte delle istituzioni per affrontare l’emergenza avvelenamenti».
Tutto è nato dalla decisa volontà di Antonio Nicola L’Abbruzzi di non fermarsi dopo aver perso la propria cagnetta Sasha, un’esuberante border collie di otto anni, che lo scorso 30 gennaio è deceduta dopo aver ingerito dei bocconi avvelenati rinvenuti nella zona della pista di atletica di Sacconago, dove il suo “papà” la portava a passeggio.
L’indignazione per quella vicenda e la spinta dei social network hanno convinto L’Abbruzzi a non mollare e a fondare un’associazione, «l’unica – così la definisce – a battersi contro il grave malcostume criminale dovuto all’avvelenamento dei nostri animali d’affezione».
Il risultato? Più di 30mila firme raccolte in appena due mesi con la petizione per l’inasprimento delle pene per i reati previsti dall’articolo 544 bis del Codice Penale. Ma anche l’avvio di una doppia class-action: «una contro la violenza espressa da alcune pagine di Facebook nei confronti dei cani, chiedendo alla Polizia Postale la chiusura delle stesse e l’individuazione dei responsabili, e l’altra contro Facebook che nonostante innumerevoli segnalazioni non provvederebbe alla rimozione delle pagine segnalate rendendosi a sua volta colpevole del reato di favoreggiamento ed istigazione a delinquere».
Nel frattempo, l’associazione Giustizia per Sasha si impegna anche nel quotidiano: nel mese di maggio è stato lanciato il primo corso di rifiuto al boccone per cani di tutte le razze al parco Brando di Borsano, tenuto da un’addestratrice professionista, mentre è in distribuzione il kit di primo soccorso contro gli avvelenamenti.