A quasi novant’anni, si è presentata in Tribunale a Varese con le stampelle. Non per assistere a un’udienza, ma per sedersi al banco degli imputati. È questa la singolare vicenda che ha avuto per protagonista una pensionata di 88 anni, processata per minacce e percosse nei confronti della nipote, alla quale aveva donato un appartamento.
La donna, minuta ma determinata, è comparsa ieri mattina – lunedì 13 ottobre – davanti al giudice Luciano Luccarelli. Secondo l’accusa, al culmine di un’ennesima lite, avrebbe prima strattonato la nipote e poi minacciato di incendiare la casa che le aveva regalato. Per questi fatti era già stata condannata in primo grado dal giudice di pace di Luino a una multa di 400 euro e al risarcimento di 800 euro.
L’anziana, però, ha deciso di impugnare la sentenza, dichiarandosi innocente: «Come facevo a strattonarla? All’epoca mi muovevo con il deambulatore, avevo tre vertebre lesionate. Era lei che mi faceva paura», ha raccontato in aula, sostenuta dalla sua avvocata, Elisa Gabbi.
La vicenda risale al 2021, quando i rapporti tra nonna e nipote si erano incrinati dopo anni di convivenza pacifica. Il contrasto sarebbe nato da una disputa sulla riparazione della caldaia dell’appartamento donato: chi doveva pagare? Da lì una serie di liti familiari, accuse reciproche e, infine, la querela.
La difesa ha chiesto l’assoluzione, sottolineando che i parenti ascoltati come testimoni avrebbero ritrattato in aula le precedenti dichiarazioni rese ai carabinieri, negando di aver visto l’anziana aggredire o minacciare la nipote.
La decisione del Tribunale è attesa per metà novembre. Intanto la “nonnina di Varese” continua a proclamarsi vittima di un’ingiustizia: «Io volevo solo la pace in famiglia».