Pensionati italiani sempre più all’estero: addio Portogallo, ora si punta su Spagna e Albania

Sempre più pensionati italiani lasciano il Paese per vivere all’estero, attratti da tasse leggere e costi ridotti.
Spagna, Albania e Tunisia tra le nuove mete preferite, ma serve davvero trasferirsi.

Sempre più pensionati italiani scelgono di trascorrere la loro terza età oltre i confini nazionali. Non si tratta solo di voglia di sole o di vita tranquilla, ma di una strategia ben precisa per ottimizzare il potere d’acquisto e godere di condizioni fiscali più favorevoli. Negli ultimi 15 anni, secondo l’INPS, ben 38 mila italiani hanno trasferito la residenza all’estero dopo il pensionamento, e oggi si contano circa 229 mila pensioni erogate oltre confine.

Dal 2010 a oggi il fenomeno è triplicato: da 10 a 33 pensionati ogni 100mila abitanti decidono di lasciare l’Italia per la pensione. A tornare indietro, invece, sono in pochi: appena tra 400 e 800 persone l’anno.

Il profilo tipo del pensionato emigrante

A guidare l’esodo sono perlopiù uomini, spesso originari del Nord o del Lazio, con pensioni superiori ai 5.000 euro lordi al mese. Una platea che cerca non solo un buon clima, ma anche vantaggi economici concreti, a partire da una tassazione più leggera o addirittura inesistente.

Nuove mete in crescita

Se fino a qualche anno fa il Portogallo era la destinazione più ambita, oggi la musica è cambiata. Le restrizioni fiscali introdotte da Lisbona nel 2020 hanno ridotto l’appeal del Paese, spingendo molti pensionati a cambiare rotta. A raccogliere il testimone è la Spagna, ora in cima alle preferenze, grazie a un sistema sanitario efficiente, una tassazione relativamente contenuta e la presenza di vivaci comunità italiane.

Ma tra le nuove mete emergenti, si fa strada l’Albania, soprattutto tra i pensionati del Sud Italia. Qui si può contare su una tassazione nulla sulla pensione, un costo della vita molto basso e affitti accessibili. Anche la Tunisia si conferma una scelta strategica per gli over 65 autosufficienti, grazie a un prelievo fiscale che non supera il 5% e alla possibilità di vivere dignitosamente anche con una pensione di 800 euro al mese.

In questi due Paesi, così come in molti altri, a spostarsi sono soprattutto uomini.

Le destinazioni più tradizionali

Svizzera, Germania e Francia restano mete frequenti, ma in questi casi il trasferimento avviene principalmente per motivi familiari piuttosto che per ottimizzazioni fiscali.

Requisiti per trasferirsi davvero

Trasferirsi fiscalmente all’estero, però, non è solo una questione di residenza anagrafica. Occorre dimostrare di vivere nel nuovo Paese almeno 183 giorni l’anno, iscriversi all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), stipulare un contratto di affitto o acquistare casa, aprire un conto corrente locale e poter documentare la propria permanenza in caso di controlli.

Chi non rispetta questi requisiti rischia l’annullamento delle agevolazioni fiscali e l’apertura di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, tutti i pensionati all’estero devono superare la cosiddetta “prova di esistenza in vita”: un modulo da restituire a Citibank (su incarico dell’INPS) entro termini precisi, pena la sospensione della pensione.

Un fenomeno in continua crescita

Quello dei pensionati italiani all’estero è un fenomeno strutturale e in costante crescita. E se da un lato rappresenta un’opportunità per chi desidera una vita più serena e sostenibile, dall’altro solleva interrogativi sul futuro della fiscalità e del welfare in Italia.