Per fortuna il libro non sparirà

Cara Provincia,arrivano sempre più spesso notizie di scuole, soprattutto americane, che hanno abolito i libri di testo, sostituiti dai computer portatili e da schede wireless che permettono di collegarsi in ogni momento alla rete interna della scuola e scaricare il materiale didattico. Fedeli al volere di Bill Gates, che da tempo sostiene la necessità di svecchiare l’insegnamento abituando i ragazzi a smanettare al computer fin dalla prima infanzia, le scuole sembrano voler mettere da parte la carta e gli zaini da alpinista pieni di libri per i leggerissimi “laptop”. Se da un lato è evidente che non si può fermare l’evoluzione tecnologica, dall’altro c’è il rischio che

i ragazzi, già impoveriti notevolmente nel lessico dall’abitudine agli sms e alle e-mail, perdano completamente la dimestichezza con il libro come veicolo di sapere.Il futuro sarà quindi sempre più caratterizzato da un “bombardamento” di informazioni che in tempo reale compariranno sugli schermi dei computer, ma in realtà saranno recepite soltanto in superficie, un po’ come quando si soffia su uno specchio e la condensa subito si dissolve senza lasciare traccia apparente. Starà quindi alla competenza e pazienza degli insegnanti dare la giusta misura alle cose, invitando i ragazzi a studiare “l’oggetto libro” non come un fossile, ma come un giacimento di conoscenza cui attingere spesso e volentieri.

Paola Benincasa

 Gentile signora Paola,
anche in Italia le scuole si stanno svecchiando, con postazioni informatizzate nelle classi, e “smart board”, lavagne elettroniche che permettono lezioni multimediali, grazie a mappe e a minuziose ricostruzioni digitali per esempio delle città romane o greche.
Si tratta di un necessario adeguamento alla tecnologia che avanza, ma anche di un nuovo modo di imparare, magari meno paludato ma di sicuro più dinamico.
Ma il libro non scomparirà, lo dimostrano le nostre biblioteche, ancora affollate, per fortuna, di ragazzi in cerca di sapere.

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