«Per l’anno prossimo bisognerà fare un percorso di cambiamenti»

Nel rivivere il 2015 che sta per concludersi, la Provincia di Varese ha parlato anche di lago. Lo ha fatto per bocca del presidente Gunnar Vincenzi, che ha convocato una conferenza stampa per illustrare problemi e azioni che hanno contraddistinto l’attività dell’amministrazione da lui guidata nel primo anno di governo.Villa Recalcati presiede infatti all’unico ente in grado di prendere concrete decisioni collettive riguardanti il lago di Varese. Si tratta dell’Osservatorio, organismo di cui fanno parte 24 soggetti (i 9 Comuni rivieraschi, la Provincia stessa, Regione Lombardia, Asl, Arpa, Università dell’Insubria, le associazioni ambientaliste, la Cooperativa dei Pescatori e altri 8 tra consorzi e istituzioni), formato da un Comitato direttivo e uno tecnico scientifico. Fra i risultati rivendicati da Vincenzi c’è stato l’aver firmato, a gennaio 2015, un nuovo protocollo d’intesa sull’Osservatorio, protocollo che ha esteso l’azione dell’ente fino al 2020, nonché l’allargamento degli aderenti al consesso avvenuto con il coinvolgimento dell’Asl e dei pescatori professionali. I problemi che attanagliano il bacino varesino, però, continuano a preoccupare. Lunedì sera quaranta cittadini hanno lanciato l’allarme su bracconaggio e inquinamento, con una fiaccolata partita da Bobbiate e arrivata alla Schiranna: «Bisognerà fare un percorso di cambiamenti – ha affermato Vincenzi – e la Provincia si prenderà carico di ogni procedimento necessario. Ogni intervento, però, deve essere indirizzato dal Comitato scientifico, che quest’anno

si è riunito un paio di volte e non è ancora entrato nel merito. Miracoli, purtroppo, non sono possibili». Il 2016, dunque, riproporrà intatte sul piatto tutte le questioni ambientali (scarichi abusivi, vetustà e imperfezioni del collettore in primis)Insieme ai consiglieri Marco Magrini, Laura Cavalotti, Paolo Bertocchi e Alberto Tognola, il presidente si è poi soffermato sulle difficoltà trovate nella sua prima parte di mandato: «Abbiamo dovuto affrontare situazioni gravi e non imputabili a nostra responsabilità». In primis il buco di 54 milioni ereditato dalla precedente gestione, rateizzato in un piano di rientro siglato con la Corte dei Conti («Basta finanza creativa» ha ironizzato Vincenzi). Poi i ritardi governativi e regionali nell’attuazione dei provvedimenti che hanno governato la transizione da Provincia ad Area vasta, in ottemperanza alla legge Delrio, e nel versamento delle risorse indispensabili al funzionamento della macchina amministrativa. La chiusura del bilancio avvenuta a dicembre ha fatto tirare un sospiro di sollievo sul presente, ma non sul futuro. Che si apre con un monito al Pirellone: «Le funzioni delegate dalla Regione verranno portare a termine solo se accompagnate da relative risorse». Tanti anche i traguardi raggiunti: la Sua (la Stazione Unica Appaltante che conta ormai 70 Comuni), l’Afa (la nuova società di gestione del servizio idrico) e gli investimenti nelle scuole (sia strutturali che nella formazione).