Cosa sta succedendo a Varese mentre il Natale allunga le sue propaggini e ci avvolge? Eventi strani nella Città Giardino. Sono giorni che una ballerina di nome , graziosa ed esperta maestra di danza orientale, soprattutto quella declinata all’oriental duende e al free duende, viene vista mentre addolcisce con i suoi movimenti gli angoli più significativi della città.Ci hanno segnalato Francesca volteggiare sotto il Battistero, fondersi con l’energia sprigionata dal lago presso la Schiranna, volare in un corso Matteotti caldo e addobbato con le luminarie natalizie, viaggiare sulle punte e toccare il Sacro Monte.

Ieri l’abbiamo catturata con i nostri occhi, vestita di un lungo velo e poi di bianco e di rosso, i colori che ci rappresentano intimamente. Danzava in piazza Monte Grappa, attorniata da una folla di curiosi, come un filo che tutto avvolge e tutto unisce. I suoi punteggi colorati tra il fontanone, la Torre Civica e il grande albero appena acceso non sono stati però l’unica “stranezza” di un sabato pomeriggio così uguale a quelli che normalmente precedono il Natale, tra compere e frenesia, eppure così diverso. Cosa ci faceva il sindaco Attilio Fontana – con tanto di assessori della sua giunta – fermo sotto l’albero a cantare e a battere le mani? Non era l’unico, peraltro. C’era anche con la sua carica sempre irrefrenabile, c’erano
soprattutto tanti cittadini comuni, vicini uno all’altro e trasportati dall’atmosfera. Chi non si è lasciato andare e non ha cantato o battuto le mani, non ha potuto tuttavia non fermarsi almeno un attimo ad ammirare la strana scena: per un istante, nel punto centrale di Varese, il traffico si è completamente fermato. Nelle stesse ore ci è arrivata un’altra segnalazione, che ha contribuito a corroborare il mistero: ieri era in città. E pare sia stato contagiato dal medesimo virus che ha colto chi passeggiava in piazza. Il comico, originario di Castelleone ma varesino d’adozione, era al ristorante La Perla di via Carrobbio e pare che si sia esibito in una canzone vestito da chef, proprio dietro ai fornelli che sono il regno incontrastato di .

E poi ancora: perché ieri un’inconfondibile palla ovale è stata dimenticata in centro e dei massicci rugbisti sono stati visti correre in direzione del Teatro Santuccio? Noi non ci abbiamo capito nulla: perché tutti si comportano in modo così strano? Abbiamo provato a orecchiare un passaggio dei loro ritornelli: «…E se noi siete, anche voi siamo… e per Varese cantiamo…». Cos’è questa sgrammaticata dichiarazione d’amore nei confronti della nostra città? Sopraffatti dall’inconcludenza delle nostre errate supposizioni, stavamo per gettare la spugna. Poi è arrivata una soffiata da gente che ci vuole bene e ha avuto pietà della nostra curiosità. Parziale pietà, quantomeno. Il messaggio rimane criptico, ma almeno dà speranza: domani sera, al Palawhirlpool prima di Varese-Avellino, il mistero della Varese che canta e che balla verrà svelato.