Perfezione impossibile. Ora sogno la vita vera

Io e la bulimia. Il pensiero di Claudia, una varesina di 19 anni

Nei miei tanti momenti di disperazione, seduta davanti al pc, totalmente prigioniera di quei pacchi di cibo vuoti che tenevo in mano, fissavo lo schermo e mi dicevo: un giorno tutto questo finirà. Da domani tutto ciò non deve più accadere, perchè io sono forte, ce la posso fare. Un giorno quando “sarò guarita” tornerò a mangiare poco, tornerò a non piangere più la mattina non appena sveglia e tornerò ad uscire… tornerò ad avere una vita “normale”. Quante volte mi ripetevo questo ritornello.È difficile stabilire quando è cominciato tutto. Sono sempre stata piuttosto brava a scuola e davanti a me si apriva un futuro di successo, o almeno così tutti credevano. Ma mi sentivo diversa, inadeguata. Ad un certo punto, decisi che per avere successo ed essere accettata dovevo assolutamente dimagrire e dovevo farlo in fretta.Per prima cosa ho iniziato una dieta di quelle che si trovano sui settimanali femminili. In

poco tempo ho perso dieci chili. Ma non era abbastanza. Fu attraverso la televisione che conobbi la bulimia. Sapevo che poteva essere pericolosa ma in quel momento era la soluzione a tutti i miei problemi: potevo mangiare tutto quello che volevo, senza paura di ingrassare. All’inizio ero felice, perché il mio corpo si assottigliava. In discoteca i ragazzi cominciavano ad avvicinarsi! Mi sentivo di assomigliare di più a tutti gli altri.Però ho iniziato a sentirmi debole, a soffrire di crampi notturni, di svenimenti. Un giorno mia madre ha aperto la porta del bagno e mi ha chiesto da quanto tempo andavo avanti così. È stato il momento più umiliante della mia vita. Ora che ho deciso di seguire un trattamento di recupero in una clinica specializzata nel Bresciano, posso dire di quanto sia difficile il percorso di rielaborazione del proprio vissuto unito a un percorso di riacquisizione di una propria individualità.