«Persa la sfida decisiva: il destino è in mano d’altri»

I Mastini gialloneri perdono 5-2 contro il Val Venosta. Sempre più difficile l’ingresso ai playoff

Doveva essere una sfida decisiva per la conquista dei playoff, è stata invece l’ennesima conferma di una stagione nata storta, che più storta non si può.

A Laces, contro il Val Venosta, i Mastini hanno raccolto una delusione proprio quando si attendeva da loro una prova di forza. Batti il Val Venosta e ti assicuri i playoff, perdi e ti complichi maledettamente la vita. Ecco, la seconda ipotesi si è fatta realtà (ko per 5-2). Ora per i Mastini la corsa alle prime otto si fa durissima.

Sotto due a zero dopo i primi due drittel, la rimonta guidata da Andreoni e Cortenova con due gol nei primi venti secondi del terzo, ha poi scatenato la reazione dei padroni di casa. Quattro reti su cinque subite in inferiorità, una a porta vuota. Il Val Venosta stazionava al nono posto prima di questo match. I Mastini giusto un gradino sopra, nell’ultimo spazio possibile per i playoff. Ora non sono più padroni del loro destino, come conferma il presidente Quillici, indubbiamente deluso: «Era una sfida decisiva,

e l’abbiamo persa. Questi sono i fatti. Siamo chiaramente delusi, perché ora tutto si complica». Dopo la sconfitta, l’inevitabile sorpasso del Val Venosta, e la speranza di accedere ai playoff è sempre più flebile: «Vincendo saremmo saliti a più cinque nonostante una partita in più. Ora siamo a meno due, e loro hanno inoltre una gara da recuperare, perché non abbiamo ancora scontato il turno di riposo. È dura, non siamo più padroni di noi stessi. Non è detta l’ultima parola, però dipenderemo dai risultati degli altri».

Andata e ritorno in giornata e la fatica dei giorni scorsi, ma il presidente non vuol sentire scuse: «Noi dell’hockey siamo ormai abituati a questi ritmi. Può essere che la fatica si sia fatta sentire, ma anche gli avversari come noi avevano giocato pochi giorni prima. Nessuno qui cerca degli alibi. Abbiamo perso e basta».
L’obiettivo dichiarato di Quillici ad inizio stagione era concludere tra le prime quattro. Più cauto mister Ilic, a cui sarebbe bastato entrare nelle prime otto. Quest’ultimo ha forse avuto ragione, ed il presidente lo ammette: «Il mio auspicio era proprio quello di entrare nelle prime quattro, mentre il mister aveva volato più basso. Ha avuto ragione lui, perché forse capiva il peso delle partenze che abbiamo avuto durante la stagione». Domenica al Palalbani, sfida durissima contro il Bolzano secondo. Un avversario tosto, forse l’ostacolo più duro. Di sicuro lo stimolo migliore per rialzare la testa.