Perugia-Varese (2-0): le pagelle biancorosse

Il nostro Alberto Coriele dà i voti ai ragazzi di Bettinelli dopo la sconfitta umbra

Sul gol di Goldaniga può fare poco, per il resto il Perugia è spesso pericoloso senza mai centrare lo specchio.

Non si ricordano una sua sgroppata o un cross decente da tempo immemore. Perde lui il pallone che porta al raddoppio del Perugia.

Gioca 80 minuti con il peso di un cartellino giallo, usa spesso le maniere forti perché ha un conto in sospeso con i suoi ex compagni. Molto nervoso, non è certo l’emblema della sicurezza.

Provvidenziale su Verre ad inizio partita, poi viene ammonito e si innervosisce quando Fossati viene graziato. Gioca al limite del fallo e nel secondo tempo lascia un imperdonabile metro a Falcinelli che quasi fa gol. Diffidato, salterà l’Avellino.

Due palloni persi nel giro di pochi attimi fanno venire subito i brividi. L’intraprendenza di inizio campionato ha lasciato spazio alla paura di sbagliare.

Il suo sinistro crea sempre scompiglio, per questo non lo cambieresti mai. Purtroppo non corre e non scatta più. Infatti esce presto.

Capitano contro la sua ex squadra, fa il… Blasi. Lotta, corre, porta a casa la legna e sgrida Fabihno che si butta per terra per perdere tempo. Il ruolo gli impone anche di impostare, e lì sono dolori.

Il suo pressing annulla il gioiellino Verre, la sua grinta è encomiabile e appare il più pimpante. Va al tiro, ostruisce le linee di passaggio, non molla mai. Lui è il calcio dei vecchi tempi, tanta grinta e pochi fronzoli.

Se c’è da correre e lottare, risponde sempre presente. Ma non si può chiedergli di più, perché lui è quantità e non qualità.

Vicinissimo al gol in apertura, le sue accelerazioni mettono apprensione alla difesa: ma gioca a corrente alternata e non gli riesce più neanche un dribbling.

Corre a vuoto, cerca palloni che non gli arrivano, si stanca e sbaglia tanto. Se uno così non è mai nelle condizioni di giocare vicino alla porta, è ancora più difficile: e non è colpa sua.

Entra per dare freschezza al posto di Zecchin, ma tocca sì e no due palloni senza lasciare il segno.