Pesaro – Varese: le pagelle dei biancorossi

La Openjobmetis espugna l’Adriatic Arena di Pesaro. I voti dei protagonisti della partita dati da Alberto Coriele

Il suo arresto e tiro è quasi poesia, e non gli manca mai il coraggio di provare, anche se a volte si concede qualche tiro forzato di troppo. 17 punti, praticamente solo dall’arco, 34 minuti, sostanza e speranza. Lo chiamavano RauTHREEns.

È capitano e trascinatore, appena vede lo spazio, si butta dentro. Alterna grandi cose ad errori evitabili, perde tanti palloni ma nei momenti importanti non sbaglia una scelta. Non si siede quasi mai, e lascia il segno anche in fase realizzativa: 17 punti come Rautins.

Non è il grillo del derby, non sta bene, però in avvio si concede una stoppata da urlo. Gianmarco lo risparmia (17 minuti sul parquet) nonostante l’assenza di Callahan.

Prestazione mostruosa nei primi tre quarti, un’altra volta. Imprescindibile, non riposa mai, infatti negli ultimi 10 minuti è in riserva. Però palla a Kuba e succede qualcosa. Si concede i suoi soliti tiri senza ritmo, ma finché entrano, ha ragione lui. Altri 24 punti, e tutti a casa.

Svagato all’inizio, si innamora del pallone e lascia a Pesaro qualche contropiede sanguinoso. Poi ingrana e si dimostra il miglior sesto uomo possibile. Va in doppia cifra e non sbaglia più nei momenti caldi. L’extra budget? Speso alla grande.

Entra già nel primo quarto e si prende immediatamente uno sfondamento a favore perché il cervello è sempre collegato. Non sono minuti regalati ma guadagnati col sudore.

Silenziosamente decisivo, dominante a rimbalzo, ci mette cuore e sangue freddo. 24 di valutazione, replica un derby da favola. Kristjan prende in mano la squadra nel momento decisivo, gestendo alla grande i quattro falli sul groppone. E sembrava indietro di condizione…

Al debutto sembra spaesato, soprattutto in difesa. Spende 3 falli ancor prima di respirare. Il suo impatto nell’ultimo periodo è positivo, con una palla recuperata che lancia il contropiede e un rimbalzo pesante. C’è comunque tanto da lavorare.

Non era facile vincere senza Callahan e con Daniel a mezzo servizio, neanche a Pesaro. Non è come Sansone, senza capelli non perde la forza e la grinta. Varese è l’incarnazione perfetta della mentalità del suo coach. Porta a casa la partita con 8 giocatori.