Pescatori di frodo nei guai sul lago Maggiore: nelle ultime ore, infatti, gli agenti della sezione faunistica del comprensorio Alpino della Polizia Provinciale di Varese hanno sanzionato tre persone, due italiani e un albanese, originari della zona del Piemonte beccati a pescare di notte a luci spente utilizzando reti proibite.
L’attività di pesca abusiva nel Lago Maggiore, nel tratto compreso tra Luino e il confine svizzero di Zenna, è stata scoperta dalle forze dell’ordine al termine di una lunga operazione fatta di diversi giorni di appostamenti. L’attività investigativa si è conclusa con un blitz durato diverse ore, avviato alle 17 di martedì fino alle 6 della mattina successiva.
I tre pescatori, partendo dalla costa piemontese, avevano raggiunto la sponda varesina con l’obiettivo di portare a casa una ricca di quantità di pesce. Ma non avevano fatto i conti con le motovedette che stavano perlustrando il bacino a caccia di pescatori di frodo.
Avevano creduto potesse essere sufficiente muoversi a luci spente per non dare troppo nell’occhio, ma evidentemente i loro movimenti erano già stati monitorati con tanta attenzione da chi si preoccupa della tutela delle coste. I tre pescatori di frodo sono stati bloccati da una pattuglia della provinciale che, dopo un’attenta perquisizione, ha sequestrato circa 200 metri di rete proibita effettuando 4 sanzioni di cui 3 per l’abusiva attività di pesca e una collegata alla sicurezza della navigazione notturna visto che, per non essere rintracciati dalle motovedette, viaggiavano al buio. Sono state effettuate multe per un importo di circa 1.500 euro.
La modalità con la quale è stata portata avanti l’attività illecita avrebbe potuto avere effetti devastanti per altre imbarcazioni che durante le ore di buio stavano attraversando il bacino. Per non parlare poi degli effetti sconsiderati che l’uso illegale e indiscriminato di questi attrezzi da pesca causano sugli animali che abitano i fondali del lago. L’uso di un certo tipo di reti mette a serio repentaglio anche l’attività riproduttiva di molte specie ittiche. Secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori si tratta di iniziative sempre più frequenti con l’approssimarsi del Natale tanto che in molti si danno da fare per pescare il carpione, tipico dell’antica tradizione della zona, molto diffuso nel lago.
La tecnica usata è sempre la stessa: con la notte vengono calate le reti, abbandonate in acqua in attesa di recuperarle dopo alcune ore. L’episodio di Luino arriva pochi giorni dopo l’arresto di un cacciatore di frodo venegonese trovato in possesso di una vera e propria riserva illecita di uccelli pronti per essere riveduti.
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