Piano aeroporti del Governo Malpensa si gioca il suo futuro

Malpensa – Malpensa aeroporto intercontinentale e multivettore, Linate city airport. Il piano degli aeroporti italiani di cui venerdì prossimo si potrebbe parlare al Consiglio dei ministri, non porta cambiamenti nella “mission” degli aeroporti gestiti da Sea. La specializzazione dei due scali resterebbe quella attuale. «Si tratterebbe poi di far rispettare il ruolo di ognuno», commenta il segretario generale della Fit Cisl di Varese Dario Grilanda.

«La diatriba tra Malpensa e Linate dovrebbe finire e una regolamentazione del trasporto aereo efficiente e trasparente, con regole chiare, non consentirebbe alle compagnie aeree di fare il bello e cattivo tempo e di andare a Linate a fare il lavoro che dovrebbero invece svolgere a Malpensa».
Il piano di cui ha parlato ieri “La Repubblica” è quello approntato da Enac sulla base delle ricerche di One Words, Kpmg e Nomissima. Non è quello del ministero. Lo ha precisato il viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia: «Il ministero sta lavorando al complesso progetto di riordino dei trasporti e il piano Enac è solo uno dei contributi di cui terremo conto. Dobbiamo recuperare risorse ed evitare gli sprechi; per questo il piano nazionale degli aeroporti è ormai in pista da parecchio tempo».
Il principio generale sarà quello di «distinguere aeroporti nazionali e di servizio in una visione europea. I tempi sono maturi per dare una risposta all’economia», ha aggiunto il viceministro.
  
Il dimezzamento degli oltre 60 scali in attività e la dismissione degli scali piccoli, non riguarda certo l’aeroporto della brughiera che, anzi, potrebbe finalmente godere di una maggiore attenzione da parte della politica nazionale sul fronte delle infrastrutture dedicate.
«Benissimo» afferma Grilanda che al ministro dello Sviluppo Corrado Passera chiederebbe «investimenti per gli aeroporti più importanti», chiave di volta anche per il rilancio della crescita del Paese. Concentrare risorse laddove servono e non disperderle a pioggia su tanti piccoli scali, soddisfa il sindacato. Anche se il segretario della Fit, da anni in prima linea sulla “questione Malpensa” va anche oltre: «Siamo già in ritardo sulla specializzazione degli aeroporti. Ormai bisognerebbe pensare a una strategia europea e non più soltanto italiana. In quest’ottica andrebbe vista Malpensa, aeroporto principe del sud Europa, voluta dall’Unione europea». E in tale quadro di riferimento, secondo Grilanda, «Malpensa potrebbe recuperare traffico e clienti».

Non si scomoda più il termine hub, ma una logica di programmazione industriale potrebbe riportare in vetta l’aeroporto in provincia di Varese. Per ora i dati di traffico non aiutano Malpensa e la stima di 46 milioni di passeggeri al 2030, appare un dato non più veritiero. Non a caso Sea ha messo in stand by la terza pista di Malpensa e lo stesso masterplan da 1,5 miliardi di investimenti al 2020- 2030 rimane modulare al traffico che verrà.
Alessandra Pedroni

p.rossetti

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