VARESE Erano lì, a due passi dal centro, quasi nel bel mezzo di uno dei rioni più popolosi della città, quello di San Fermo. Eppure nessuno, fino a mercoledì, era mai riuscito a scovare le 1100 piante di marijuana che un uomo residente in città coltivava ben nascoste da occhi indiscreti con la perizia e la costanza degne di un vero e proprio «pollici verdi». Se ne parlava, questo sì. Si favoleggiava di una maxi piantagione di cannabis ma trovarla non sembrava impresa semplice,
un po’ perché protetta da una vegetazione più che fitta, un po’ perché raggiungibile solo attraverso un dirupo e parecchie acrobazie.
Tuttavia gli uomini della sezione narcotici della squadra mobile, guidati da Sebastiano Bartolotta, non hanno mai mollato il colpo e, nell’ambito dell’intensificazione del contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti sollecitato dal nuovo questore, si sono messi di nuovo sulla pista della misteriosa piantagione, una «piantagione fantasma», come è stata poi ribattezzata l’operazione che l’ha portata alla luce.
Passando al setaccio l’ambiente della droga sono riusciti a risalire al nome di un uomo che, pedinato, li ha portati a San Fermo. Seguirlo troppo da vicino avrebbe però compromesso le indagini, così gli investigatori hanno optato per la perlustrazione dall’alto. Ed effettivamente il 2° reparto volo di Malpensa ha scovato quella macchia verde nel bel mezzo del verde più scuro di un bosco demaniale compreso tra le vie Aquileia e Merano.
È così che sei agenti della mobile si sono ritrovati nel bel mezzo di una coltivazione intensiva di 1100 piante di marijuana in ottimo stato di salute, d’altezza compresa tra 50 centimetri e due metri, meticolosamente suddivise in duecento vasi piantati a terra (contenenti ciascuno dalle 5 alle 15 piante) e irrigate attraverso un sistema di pompe e canne che attingevano acqua direttamente da una sorgente della zona.
Ed è proprio nel bel mezzo delle operazioni di irrigazione che sono scattate le manette ai polsi dell’uomo pedinato: si tratta di Attilio Cinelli, 37enne residente in zona con precedenti per droga, reati contro il patrimonio e tentato omicidio (nel 2000). Tra arbusti d’ogni genere, sono spuntati anche una baracca per gli attrezzi da lavoro (rastrello, pala, nastro adesivo, guanti e altri materiali da orto) oltre a una serra, anche questa ben protetta dalla curiosità esterna, per la coltivazione dei semi, probabilmente importati dalla Svizzera (dove sembra che la qualità sia molto buona). Cinelli, per raggiungere il luogo di lavoro utilizzava una scaletta di corda e si calava da un dirupo affacciato su via Aquileia. Lo stesso utilizzato dagli agenti della narcotici in «versione rambo».
e.marletta
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