Piccolomo ha ripreso a mangiare La moglie: “Sono sollevata per lui”

COCQUIO TREVISAGO Giuseppe Piccolomo ha sospeso lo sciopero della fame: convinto dalle circostanze che l’impossibilità di comunicare per telefono con la moglie, che vive in Marocco con la figlioletta, è dovuta esclusivamente a carenze tecniche del carcere di Monza, l’uomo, detenuto con l’accusa di avere ucciso Carla Molinari e di averle amputato e asportato le mani, ha ripreso a nutrirsi, in attesa di poterla fare davvero quella benedetta telefonata per la quale attende ormai da oltre un mese.

Lo ha riferito l’avvocato Simona Bettiati, che ha parlato con i familiari di Pippo, assidui in queste settimane al carcere di Monza: fratelli e sorella lo vanno a trovare regolarmente, e hanno riportato le ultime notizie delle sue condizioni al legale, che insieme al collega gallaratese Giovanni Pignataro ha assunto la difesa di Piccolomo. Nessuna preclusione contro la sua persona, insomma, da parte del carcere di Monza: peraltro il detenuto era stato autorizzato dal giudice Giuseppe Fazio ad interloquire con la moglie Talhi Zineb via telefono, con chiamate a carico suo che saranno registrate ed ascoltate dal personale della casa circondariale di Monza.

E proprio la mancanza di un registratore, o meglio, il guasto all’unico strumento in dotazione al carcere brianzolo, ha finora impedito il contatto telefonico tra i due coniugi. Nulla di personale contro di lui, quindi: i suoi diritti sono comunque garantiti. Piccolomo lo ha capito ed ha ripreso a cibarsi, accettando il rancio che gli viene passato dalla casa circondariale. In attesa di comporre finalmente il numero della moglie che in Marocco ancora non si dà pace per questo suo lungo silenzio.

“Tutti i giorni prego Dio per lui, mi conforta sapere che Giuseppe ha ripreso a mangiare, quando l’altro giorno l’avvocato me lo ha riferito mi sono sentita risollevata. Ero davvero molto preoccupata per le sue condizioni” ha affermato oggi, giovedì 6 maggio per telefono la signora Talhi Zineb dalla sua casa in Marocco. “Ma adesso spero davvero di poterlo sentire per telefono, e un giorno di poterlo finalmente riabbracciare”.

Franco Tonghini

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