Pieno di benzina e diesel Svizzera mai così conveniente

VARESE Fare il pieno in Svizzera consente un risparmio doppio rispetto allo sconto regionale utilizzabile a Varese e dintorni. Come sempre parte del rincaro è dovuto al maggior peso delle accise italiane rispetto a quelle elvetiche, ma questo spiega solo parte del divario perché il resto del rincaro è dovuto a una specie di super tassa applicata autonomamente dai petrolieri a loro esclusivo beneficio.

I cittadini più attenti all’economia domestica si sono già accorti del fenomeno tempo fa, ma nelle ultime tre settimane la forbice tra il prezzo della benzina, al di qua o al di là del confine è cresciuto a tal punto da diventare macroscopico.

In pratica chi attraversa la frontiera per un pieno da 50 litri di verde oggi spende in media 18 euro in meno rispetto allo stesso rifornimento eseguito alle pompe di benzina della città giardino e dove lo sconto regionale garantisce al massimo un risparmio di 9 euro (18 centesimi al litro). Oltre confine la benzina costa ancora un euro e mezzo al litro, mentre a Varese siamo attorno a 1,850 euro, (35 centesimi di differenza) con punte che superano persino i due euro per le miscele speciali.

Tra i distributori più economici ci sono quelli di via Sanvito, con la Shell che l’altra mattina batteva la concorrenza, mantenendosi di un nonnulla al di sotto della soglia di un euro e ottanta centesimi: 1,799 euro il costo della super. Vicino alla stazione invece (Agip di via Tonale) il costo al litro per la verde era di 1,887 euro, 1,84 euro alla Erg vicino l’Iper, l’ultimo distributore prima del valico di Gaggiolo dove il gasolio stava a 1,715 euro al litro, vale a dire 11 centesimi e mezzo in più rispetto alle pompe svizzere. Dunque il pieno di una macchina diesel con serbatoio da 50 litri eseguito in Svizzera consente un risparmio di almeno 6 euro.

Solerti nell’aumentare i prezzi alla pompa di benzina non appena le quotazioni del greggio al barile lievitano, ma lentissimi quando si tratta di aggiornare i listini al ribasso. Così i petrolieri italiani, in regime di scarsa concorrenza, si garantiscono dei margini di guadagno extra ogni qual volta le oscillazioni del prezzo del petrolio puntano in basso. Secondo una ricerca realizzata da Nomisma energia (Ne), il prezzo della benzina verde è per il 55% dovuto alle tasse, composte da Iva e accise (52% per il gasolio), comprese le ultime inserite dal governo Monti: 8,2 centesimi sulla verde, 11,2 sul diesel. Il resto è il prezzo variabile che serve ai petrolieri per coprire i costi e garantire un guadagno ai distributori. Peccato che questo margine in italia sia nettamente superiore alla media europea: 8 centesimi in più sulla benzina, 2 centesimi sul gasolio. Di qui la convenienza di andare in Svizzera.

A Varese c’è persino un distributore che rifiuta di praticare lo sconto regionale sul prezzo più basso, quello del self: all’Agip di via San Vito lo sconto è applicabile solo sulla pompa del servito, con un prezzo di qualche centesimo superiore al self, dove è impossibile far valere la propria carta sconto, anche se la cassa è aperta.

e.marletta

© riproduzione riservata