BUSTO ARSIZIO Torna a colpire il piromane dell’ospedale: terzo incendio in una settimana alle 23 di ieri sabato 9 febbraio. Questa volta a prendere misteriosamente fuoco sono stati due carrelli portavivande di quelli utilizzati per sevire i pasti ai pazienti. I carrelli erano stato sistemati nei sotterranei della plazzina pozzi dopo essere stati utilizzati. Il rogo, come sempre, è stato contenuto; il fumo, tuttavia, ha convinto il personale ospedaliero ad allertare i vigili del fuoco di Busto-Gallarate. I pompieri hanno risolto il problema in meno di un’ora; un principio di incendio, insomma, mentre il problema del fumo è stato risolto dai pompieri con l’utilizzo di potenti «ventilatori» che hanno evitato che il fumo risalisse verso i reparti. Nessun disagio per i pazienti, quindi, il tutto si è risolto senza la necessità di sgomberare i degenti. Quello di ieri sera è il terzo incendio doloso registrato ai danni dell’ospedale di Busto dal 31 dicembre; il quarto, in
realtà, se si conta anche il piccolo episodio avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorsi risolto dal personale ospedaliero senza il bisogno dell’intervento dei vigili del fuoco. Il direttore generale Armando Gozzini ripete che «la struttura è sicura e episodi di questo genere purtroppo si registrano in ogni ospedale in Italia». Il sospetto è che gli incendi vengano appiccati da qualche clochard che sfugge all’assideramento dormendo nei sotterranei dell’ospedale, anche se appare difficile credere che, almeno nel caso dell’incendio del 3 febbraio quando presero fuoco le tendine parasole della palazzina Pozzi che si affacciano su viale Stelvio, un senza tetto si sia preso la briga di oscire dall’ospedale dare fuoco alle tendine dall’esterno della struttura, scatenare un parapiglia che avrebbe potuto danneggiarla facendolo dormire all’addiaccio, salvo poi tornare nei sotterranei e rifugiarvisi. Intanto Busto attende una soluzione per il problema senza tetto che non può limitarsi allo sgombero dei clochard da stazioni ed ospedale. S. Car.
s.bartolini
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