Pissardo e fattore C. Appesi al sogno con le unghie

Gol di Giovio, poi quattro legni e un portiere super fermano il Verbania. Il 2-0 finale su rigore nel recupero. Nella pausa c'è da lavorare: per battere le big quanto visto ieri non basta. Ma i campionati si vincono anche così



Il Varese resta aggrappato al sogno, suo e di tutto il popolo biancorosso. Il 2016 si chiude con una vittoria difficile, sofferta, “brutta”; ma voluta, difesa e portata a casa. Tre punti che riportano in cima alla classifica gli uomini di Baiano, a braccetto con il Chieri, travolgente in casa della (ex) capolista Caronnese (0-3 il finale a Caronno); tre punti che danno ossigeno, entusiasmo e serenità in vista di una pausa fondamentale per ritrovare energie e condizione fisica, per recuperare chi non sta bene e ha bisogno di tirare il fiato, per oliare i meccanismi e aggiungere soluzioni in vista del girone di ritorno.

Inutile nascondersi: quanto visto contro il Verbania non basta. Non basterà alla prima di ritorno contro il Cuneo, non basterà contro la Caronnese, non basterà a Chieri: negli scontri diretti contro le (altre) big ci vorranno gioco, organizzazione, personalità. A cui aggiungere il sacrificio, il saper soffrire, lo spirito con cui il Varese ha strappato la vittoria ieri.

Vittoria strappata con i denti, giocando quasi sempre in 10 (Scapini è in grande sofferenza, soprattutto psicologica, e da un pezzo a digiuno di gol), spesso in 9 (Innocenti per ora non ha lasciato il segno, e fa rimpiangere Becchio quando inizia al suo posto), a tratti in 8 se non in 7 (Bottone è in difficoltà fisica; ieri Bonanni è andato in blackout).

Una vittoria strappata aggrappandosi a Ferri – enorme: un lusso per la categoria, un orgoglio vederlo in biancorosso con la fascia da capitano al braccio – e a Pissardo – uno dei portieri più forti visti all’ombra del Sacro Monte; coraggioso, presente, capace, esplosivo: in una parola, decisivo -, sprecando qualcosa, cercando e trovando un gol rocambolesco e poi difendendolo con la forza dei nervi (e pure un po’ di fortuna, sotto forma di pali e traverse), subendo il Verbania per larghi – e pure lunghi – tratti, ma sempre uniti e compatti.

Ripartiamo da qui: 36 punti, battendo solo una (il Cuneo) delle prime cinque, con 10 gol in meno del Chieri e 6 meno della Caronnese. Ripartiamo da qui: 12 gol subìti (seconda miglior difesa: la prima, con 10, è del Borgosesia) grazie a una retroguardia impenetrabile al centro ma che deve ancora crescere sulle fasce e sulle palle inattive. Ripartiamo da qui: dalla consapevolezza che per arrivare in fondo manca qualcosa, è vero; ma che i campionati si vincono (anche) così.

Bisogna, come detto, ritrovare anzitutto energie. Perché il Varese, contro il Verbania, è tutto – e solo – nei primi 25’/30’. A partire dal 7’, quando i biancorossi sfiorano il gol. Angolo corto di Giovio su Bonanni, palla di ritorno e cross teso in area piccola, dove Rolando irrompe in tuffo di testa e incorna a colpo sicuro: urlo di gioia strozzato in gola dal riflesso di Beltrami e dall’errore di Viscomi che batte alto nel traffico.

Giovio dal limite strozza (10’), poi Vingiano – come promesso – fa il “cagnaccio” rubando palla, spingendo fino al limite e liberando Innocenti, che con l’interno destro spara alle stelle.
Il motore biancorosso inizia a scendere di giri e il Verbania prova a vedere se può trovare gloria. Lo fa attaccando le fasce: da quella destra, al 18’, D’Onofrio sgancia un cross sballato ma che diventa velenosissimo, ingannando Pissardo e appoggiandosi sul lato esterno del primo palo. Un pericolo a cui ne segue un altro, al 19’, con un secondo traversone dalla traiettoria particolare che Pissardo spinge in angolo.

Il Varese raccoglie le energie per il massimo sforzo che può permettersi alla ricerca del gol. Scapini riceve da Rolando e apre su Giovio, che controlla in corsa e scarica un sinistro ribattuto a mani aperte da Beltrami (23’).

Poi, il gol. Importante, costruito, rocambolesco (25’): schema su punizione, Innocenti mette morbido sopra la linea per il movimento di Giovio che controlla in corsa e incrocia col destro; Beltrami tocca ma non riesce a fermare la palla, che si accomoda in rete. Due guizzi di Rolando, uno bloccato in volo da Beltrami (30’), uno oltre la sbarra (31’), poi un lungo ed emozionante applauso (al 37’) di tutto lo stadio verso la curva, che alza uno striscione e ricorda così il Bino: “Bino è qua. E canta con gli ultrà”.

Le energie biancorosse però sono finite. E il Verbania ci prova, a più riprese. Al 40’ Bonanni recupera in extremis su Bonvini, perdendolo invece di netto al 42’: Ferri chiude e poi si divora il compagno, capendo il momento difficile e provando a mandare un messaggio alla squadra. Messaggio che arriva solo a Pissardo che, dopo essere stato salvato dal palo al 42’ (gran colpo di testa di Giardina su ennesimo cross di Bonvini), al 43’ si supera alzando contro la traversa l’incornata da due passi di Bianconi su angolo.

Pronti, via e la ripresa si apre con Pissardo che deve smanacciare un altro cross pericoloso, questa volta di Panzani, pure questo contro la traversa (3’). Altro brivido, al 12’, con la bicicletta in mischia di Bianconi che il portierone raggiunge in volo all’angolino (12’). Bisogna arginare la spinta arcobaleno e Baiano passa al 4-3-3 richiamando Innocenti e inserendo Gazo. Mossa azzeccata, perché il Varese interrompe l’emmoragia, soffre ancora ma non corre più particolari pericoli. Nemmeno costruendo, almeno fino ai minuti conclusivi. Al 44’ Rolando apre su Becchio (entrato per Giovio, ormai piegato dal dolore ai tendini: 32’) che sgancia un missile alto dal limite, poi al 46’ lo stesso Becchio conquista un rigore che Rolando, gelido, trasforma e festeggia in panchina da Giovio. 2-0, tre punti e appuntamento al 2017, che il Varese raggiunge da primo in classifica. Ma in cui, per vincere, non basterà quando visto fin qui.

: Pissardo; Talarico, Ferri, Viscomi, Bonanni; Rolando, Bottone, Vingiano, Innocenti (Gazo dal 14’ st); Giovio (Becchio dal 32’ st), Scapini (Moretti dal 22’ st). A disposizione: Consol, Simonetto, Luoni, Cusinato, Calzi, Lercara. All. Baiano.

: Beltrami; Bonvini, Paris, Nasali, Panzani (dal 45’ st Bertora); Giardino (dal 33’ st Papa), Marino, Giglio, D’Onofrio (dal 27’ st Spadafora); Bianconi, Draghetti. A disposizione: Scottoni, Bianchi, Tinelli, Palmigiano. All. Erbetta.

: Kumara di Verona (Santi di Prato – Lenza di Firenze).


Spettatori: 1400. Ammoniti: Vingiano, Gazo e Bottone (V). Angoli: 1-10; fuorigioco: 4-2; tiri (in porta): 11 (6) – 14 (7); falli: 19-16; recupero: 1’ + 5’.