Plebiscito Whirlpool, sì al Piano

Referendum, consensi all'89% a Cassinetta e al 93% a Comerio. Spc controcorrente: sarà smantellata. Bentivogli a La Provincia: «I lavoratori hanno capito l’importanza dell’accordo. E grazie al ministro»

Un trionfo netto di sì all’accordo con l’azienda è arrivato dagli stabilimenti di e , come anche da tutti quelli di tutto il gruppo. Lo spoglio delle schede del referendum in cui i lavoratori del gruppo hanno espresso il loro voto sull’ipotesi d’intesa raggiunto il 2 luglio scorso al ministero, ha evidenziato la nettissima vittoria del fronte dei favorevoli.
A Cassinetta il sì ha raggiunto per un totale di 1.379 voti, mentre il no si è fermato all’11% e a 170 voti, con un’affluenza dell’83%; a Comerio i sì hanno addirittura raggiunto quota . I favorevoli all’ipotesi di accordo hanno vinto in tutti i reparti ad eccezione della fabbrica ricambi Spc di Cassinetta, destinata secondo il piano ad essere smantellata e trasferita nel sito di Carinaro. Qui il no, soprattutto tra gli impiegati, è stato forte e chiaro, quasi unanime, come netto è stato anche il dissenso tra gli operai della fabbrica ricambi.

L’accordo approvato anche dai lavoratori, prevede per Cassinetta investimenti per 513 milioni di euro in ricerca e sviluppo, l’arrivo di produzioni nuove come frigoriferi e forni di alta gamma, ma anche 275 esuberi, senza licenziamenti, tra gli impiegati e il trasferimento della fabbrica ricambi a Carinaro. Su Comerio, l’azienda ha invece confermato l’intenzione di spostare il centro direzionale verso Milano.
Abbiamo chiesto a , segretario nazionale della , che pochi giorni fa era stato a Cassinetta a presiedere le assemblee di lavoratori,

di commentare i risultati del referendum. «I dati del referendum sono assolutamente positivi – afferma Bentivogli – spicca il 76% di sì a Carinaro ma anche i risultati di Comerio e Cassinetta; i lavoratori hanno compreso l’importanza di questo accordo e che comunque nessuno resterà a piedi».
Per quanto riguarda Cassinetta, secondo il leader della Fim «è vero che da un lato si perde qualcosa, ma dall’altro si acquistano produzioni ad alto valore aggiunto che richiederanno molte più ore di lavoro; Cassinetta esce rafforzata e i lavoratori lo hanno capito».

Il sì ha ottenuto il via libera da tutti i siti italiani del gruppo, a Carinaro con il 76%, a Fabriano con il 65%, a Siena con l’89% e a Melano con l’86%. Questa vertenza può diventare un modello soprattutto nei rapporti con le multinazionali? «Per come era iniziata la trattativa assolutamente no, per come si è conclusa sì – afferma Bentivogli – non è facile far cambiare idea agli americani». La Cisl loda il ruolo del Governo nella vicenda. «Il ministro Guidi è stato importante sia nello sbattere i pugni sul tavolo che nel creare ponti tra azienda e sindacati» commenta il leader della Fim. Che invoca un rilancio del settore dell’elettrodomestico: «Bisogna investire su processi produttivi innovativi».