«Poche parole poi ha visto una giacca. In lui c’era passione: vogliamo quella»

A colloquioCosa conta quando si sceglie un candidato? Competenze sì, ma anche valori, disponibilità e...

«Per me un giovane deve avere le bollicine negli occhi quando parla del suo lavoro»: perdi Tenova non sono sufficienti ottime competenze tecniche, ci vuole passione per diventare davvero bravi, «e queste sono risorse che non ci facciamo mai scappare».
La passione e i valori vengono messi da tutti sullo stesso livello delle competenze «che se non ci sono, ma c’è la voglia di fare e di imparare, pazienza, gliele forniamo noi» aggiunge di Dolce &

Gabbana. Che racconta un aneddoto: «Un giorno ho fatto un colloquio ad un ragazzo che parlava a monosillabi, mi chiedevo cosa ci facesse lì: poi gli abbiamo messo in mano una giacca e il candidato si è illuminato nell’analizzarla, nel toccarla, nel guardarla». Questo è ciò che cercano le aziende: «Passione per il proprio lavoro, valori, qualità» sottolinea Vaghi «e per noi il valore non è solo il saper fare, ma un certo equilibrio, la capacità di avere interessi, passioni, amicizie».
Non basta dunque essere i migliori nel proprio campo, nelle proprie competenze «non è sufficiente – aggiunge di Tenova – bisogna avere anche curiosità e voglia di imparare sempre: quando facciamo i colloqui valutiamo positivamente le persone che pongono domande perché non solo dimostrano interesse ma servono anche allo stesso candidato per capire di più sulla nostra realtà, per aiutarlo nella sua scelta». Il colloquio dice molto delle persone: «Quando chiedo al candidato perché vuole lavorare con noi, cosa significa il lavoro per lui, dalla risposta capisco molto: soldi, carriera sono un di cui del lavoro, arrivano se c’è tutto il resto» dice Vaghi.
La disponibilità è un altro fattore fondamentale, aggiunge Luisella Tiberi di Ficep: «La disponibilità a spostarsi, a viaggiare ma anche ad imparare e a riposizionarsi su mansioni diverse per conoscere e apprendere. Da noi, per i trasfertisti, il fatto di viaggiare è fondamentale ma spesso c’è un problema culturale che blocca i giovani, le famiglie frenano la scelta di un lavoro, secondo noi appagante, che porta però a star via alcuni mesi da casa». In realtà ogni lavoro porta un valore, aggiunge di Pianoforte Group: «Da noi le persone preferiscono lavorare in sede, ma io ricordo che il nostro vero business si fa in negozio: lì servono capacità manageriali, capacità di gestione di risorse umane. Ecco perché sul personale di vendita investiamo molto nella formazione e nello sviluppo delle competenze».
Un consiglio ai giovani dunque: «Ai colloqui siate voi stessi – sottolinea Manzi – autentici, senza fingere di essere quello che non siete, umili: le bugie hanno le gambe corte e i valori, quelli che tutte le aziende cercano, emergono dalla spontaneità delle persone».Aggiunge Vaghi «cercate un lavoro che vi piaccia davvero: così non sentirete la fatica».