Varsavia, 4 lug. (Apcom-Nuova Europa) – Ha promesso di “porre fine alla “guerra polacca-polacca”, la conflittualità endemica della presidenza Kaczynski arrivata tragicamente all’epilogo con la morte del capo di stato, lo scorso 10 aprile. Bronislaw Komorowski di Piattaforma civica (Po), eletto oggi presidente della Polonia dalle urne del ballottaggio, promette anche di sviluppare l’economia e dice di sognare un altro “secolo d’oro” per la Polonia.
Nato nel 1952, Komorowski è stato candidato dai liberali di Po in seguito alla rinuncia del leader del partito, Donald Tusk, che preferisce restare primo ministro. Dal 2007 è capo del Sejm, la camera bassa del parlamento polacco. Dallo scorso 10 aprile 2010, dopo la morte del presidente, era anche presidente ad interim.
Viene da una famiglia nobile, ben nota agli storici polacchi, ma non lo sottolinea più di tanto. Di professione storico, negli anni del comunismo partecipava alle azioni dell’opposizione contro il regime ed è stato in prigione nel 1981 per sette mesi.
E’ entrato in parlamento nel 1991, con le prime elezioni democratiche, e da allora è sempre stato eletto, sempre con partiti di centrodestra, cominciando dall’Unione Democratica e approdando a Piattaforma Civica nel 2001.
Come mostrano i sondaggi, i polacchi apprezzano Komorowski: è stato percepito positivamente il suo attivismo da presidente ad acta e da capo del Sejm. Poco carismatico, è rispettato però per il lavoro che svolge e per la conoscenza della materia politica. E’ considerato una sorta di ‘guardiano della Costituzione, e soprattutto un cultore della politica dell’accordo, del compromesso che meglio porta all’obiettivo rispetto allo scontro.
Lui, Komorowski, si descrive come “conservatore-cattolico”, legato alla tradizione e al patriottismo. Come presidente intende sottolineare il ruolo della Polonia nell’Unione europea e nella NATO. Dice che i legami con gli USA sono storicamente importanti, ma altrettanto lo sono le relazioni con l’Est: Russia in primis.
AquBaj/Orm
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