Pontida «dei lunghi coltelli» E’ pronta la scissione di Bossi?

VARESE Varese culla della Lega. E forse, a breve, delle due Leghe. Dal momento che i bossiani avrebbero già pronto il progetto di un nuovo partito con tanto di simbolo. Progetto di cui – stando ad alcune indiscrezioni riportate venerdì dal Fatto Quotidiano – si starebbe occupando proprio dall’ex senatore varesino Giuseppe Leoni, cofondatore del movimento con Umberto Bossi. Ascoltando alcuni esponenti bossiani della provincia di Varese, che tuttavia prima del raduno di domani hanno deciso di non esporsi, si capisce che l’ipotesi di una spaccatura, nel momento in cui il Senatùr decidesse di rompere gli indugi, è più che probabile. Anche se non si parla tanto di spaccatura: «Maroni ha detto che si sarebbe dimesso dopo l’elezione, e non l’ha fatto. Seguire Bossi, il fondatore della Lega, non è certo spaccatre il partito» è uno dei commenti. Insomma, secondo la loro visione sarebbe Maroni il responsabile della spaccatura. Oltre a Leoni, a seguire l’eventuale nuova forza politica potrebbero essere l’ex deputato Marco Reguzzoni, autore di numerose critiche alla dirigenza maroniana in questi giorni, passando per la militanza vicina all’ex capo, a partire dagli oltre dieci militanti declassati dalla segreteria provinciale. E le aree più “fertili” al richiamo potrebbero quindi essere il luinese e Busto. Solo ipotesi. Niente di ufficiale. Una certezza è che il clima interno al partito è tutt’altro che sereno. La Varese maroniana intanto si prepara ad una trasferta numerosa per sostenere il segretario federale Roberto Maroni.

Al momento sono cinque i pullman che partiranno dal territorio, ai quali si aggiungeranno moltissimi altri militanti e simpatizzanti che utilizzeranno le proprie vetture. «La Pontida di quest’anno sarà un appuntamento carico di significato in un contesto politico e sociale unico – dichiara il segretario Matteo Bianchi – Come ha detto Maroni, al centro ci saranno i progetti futuri ai quali la Lega dovrà dare concretezza, primo tra tutti la macroregione». La rivista online Insorgente, edita dal Centro Studi L’Insorgente, ha ospitato due articoli di Ivan Fradel, pseudonimo molto simile a quel Fradel Fradel con cui si firmava Bossi su “Nordovest” a inizio anni Ottanta. E dal momento che nell’ultimo articolo l’autore si dice militante leghista da prima di Roberto Maroni e Giancarlo Giorgetti, se non ha mentito, il cerchio si restringe. Leggendo l’articolo dal titolo “Il saggio Giorgetti, la Trilateral, la Lega e il giochino Napolitano delle tre carte”, ci si imbatte in un Giorgetti accusato di «salvare l’Italia, consentendo a Monti di continuare a stare al comando del vapore». E poi: «Uno come me, militante leghista ancor prima di Giorgetti e Maroni, si chiede: è il caso che il Giancarlone e il Bobo (che non ha problemi a dirsi contrario alla secessione) continuino a pontificare sul sacro prato di Pontida?». In un altro articolo, Maroni viene definito «il Gianfranco Fini del Nord Italia: così viene chiamato da alcune malelingue in Bellerio». Insomma, si prepara il terreno di guerra.

s.bartolini

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